Una delle aziende che ho visitato in questi giorni è Aetherworks. E’ una piccola startup di New York che sta sviluppando un prodotto software abbastanza innovativo che si chiama Aetherstore. In pratica è uno storage pere-to-peer, una soluzione che permette di sfruttare spazio libero su tutti i computer locali per creare un file server distribuito in azienda. Ammetto che fino a ieri avevo snobbato molto la cosa, sicuramente al momento non è una tecnologia per ambienti enterprise, ma non posso negare che le possibilità che si aprono sono potenzialmente grandi. L’idea di poter creare un piccolo “cloud storage” privato è comunque stuzzicante.
Il peer-to-peer-storage
Il concetto è molto semplice: ogni computer in rete ha, normalmente, spazio e risorse inutilizzate che, se opportunamente sommate e condivise, possono diventare qualche cosa di decisamente importante.
Gli obiettivi di Atherstore, ma anche di tutti gli altri prodotti in questa categoria, sono quelli di puntare sulla semplicità e i risparmi senza però dimenticare performance e sicurezza.
L’idea risulta anche buona quando si tratta di parlare di scalabilità. Infatti ogni nuovo PC che aggiungo in rete diviene parte del sistema di storage contribuendo alle risorse a disposizione.
Come funziona
Il software, per il quale è possibile richiedere l’accesso ad un programma di early adoption, è in versione alpha e quindi immaturo ma le potenzialità ci sono. La dimostrazione a cui ho assistito è stata veramente semplice: si installa il software (per ora solo su windows), pochi click per la configurazione di base e quella sugli share/utenti/gruppi per poi trovarsi un virtual disk pronto ad essere usato.
Ogni dato viene scritto in locale, viene deduplicato e criptato per poi essere separato in diversi blocchi e replicato su altri nodi. Un meccanismo di caching, ricavato dallo spazio ancora inutilizzato, permette di accedere a dati remoti alla velocità del disco locale. Il tutto, poi, può essere bckuppato su una risorsa cloud (funzionalità ancora non rilasciata).
Non è perfetto
Fin qui tutto il bello ma, purtroppo come sempre, ci sono anche delle limitazioni. Il software non è ideato per utenti in mobilità (Notebook), non esistono client per tablet o smartphone e se parte dei computer sono inaccessibili il sistema si ferma (es.: tu ti trattieni a lavorare dopo le 5 ma ai tuoi colleghi gli è caduta la penna dalle mani e sono usciti…).
Ovviamente queste sono limitazioni che possono sicuramente essere superate se uno è consapevole di come funziona l’oggetto ma è vero anche che poi si perde qualche vantaggio tipo il risparmio di corrente, ad esempio).
Non nascondo anche che stiamo parlando di prime implementazioni e che magari alcune limitazioni verranno a cadere con l’avanzare dello sviluppo.
Evoluzioni Enterprise
Dura oggi pensare così a lungo termine, ma è ovvio che qualche ipotesi si può anche fare. Una volta che è stata creata una risorsa di storage così estesa ed importante perché non pensare di metteterci anche altri dati?
Non solo i file degli utenti quindi ma, ad esempio, anche spazio per le copie del backup aziendale o di altri dati di secondaria importanza. Potrebbero anche esserci delle interessanti possibilità dal punto di vista cloud: il sistema è elastico e le risorse possono essere aggiunte e rimosse con estrema semplicità. Con poco sforzo si potrebbe creare un sistema di storage condiviso che cresce automaticamente con l’aumentare delle macchine virtuali che vengono istanziate.
Non solo Aethersotre
Come scrivevo all’inizio non esiste sol questa azienda. Con tutte le differenze che ci possono essere fra le diverse implementazioni, ho trovato altre aziende che stanno facendo lo stesso lavoro (non è detto che la lista sia completa). Hanno tutti i loro svantaggi e vantaggi anche se non ho avuto modo e tempo di indagare approfonditamente. Vi do la lista e i link alle diverse aziende, non mi dispiacerebbe avere le vostre impressioni quando avrete modo di provare questi prodotti (alcuni non sono ancora usciti). Ecco i nomi: Symform, InfinitIO, Wuala, Kerstor, AeroFS.
I prezzi sono sempre molto accessibili, visto anche il mercato a cui si rivolgono, e in diversi casi esiste una versione da scaricare liberamente.
Nota finale
I prodotti di questo tipo risultano interessanti in tutti quei piccoli uffici in cui non esiste un vero IT e i pochi utenti si arrabattano con soluzioni a dir poco pericolose, tipo la condivisione di un disco da una singola workstation. Esistono anche delle soluzioni verticali, molto vantaggiose, come il poter sfruttare le aule di informatica (nelle scuole dove ci sono!) per farle diventare repository scolastici, ecc. Insomma, storage gratis ricavato da risorse inutilizzate: fa molto green!
E’ difficile dire se la tecnologia prenderà piede e in quanto tempo ma è una di quelle cose da tenere d’occhio…
Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Condor Consulting Group e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.