Ieri sono stato all’evento organizzato dal VMware User Group Italiano (VMUGIT appunto). I ragazzi del board, come al solito, sono stati splendidi e la giornata è stata utile come le precedenti esperienze, ma… si, perché c’è un ma: dove era VMware?
Come dicevo, il contributo dei vari speaker, quello degli utenti, degli sponsor ha garantito a tutti i partecipanti di portare a casa un valore e di socializzare per condividere esperienze sul lavoro che fanno tutti i giorni. C’erano utenti di ogni tipo, da quello che ha tre server fino a quello che gestisce 1500 VM. Quello che mi piace di più di questi eventi è la voglia di vedere cosa fanno gli altri e confrontarsi per capire se quello che si sta facendo va nella direzione giusta, se c’è modo di risparmiare o anche solo di ottimizzare. Insomma, è utile, e spero che anche il mio contributo abbia aiutato.
Certo, questo è uno User group (la U è maiuscola non a caso) e come tale deve avere la sua indipendenza altrimenti si chiamerebbe VMware Forum o VMworld Italiano, però se c’è stata una nota stonata in tutta la giornata, una di quelle assenze che sono molto evidenti e che fanno rumore, quella è stata proprio VMware.
Sia chiaro, le mie esperienze personali con VMware Italia non sono mai state particolarmente positive, anzi decisamente mediocri. Purtroppo, come succede in molti altri casi, VMware Italia non è nulla di più che una emanazione commerciale della vera VMware e, come tale, l’unico vero obiettivo che ha non è quello di creare qualche cosa ma di vendere e arrivare alla fine del mese (o meglio, del trimestre). Mi sento spesso dire dagli utenti quanto sia inutile il commerciale che gli è stato assegnato e quanto questo sia solo interessato al raggiungimento di un qualche obiettivo di vendita senza neanche ascoltare le esigenze di chi gli sta di fronte.
C’è quindi un’antipatia di fondo per quello che più o meno vengono paragonati a delle sanguisughe. Un peccato!
E’ un peccato, perché gli utenti ci sono, sono molti e sono contenti del prodotto che stanno usando. Non ascoltarli e metterli in una condizione di apatia (o peggio ancora di antipatia) non può fare altro che, nel lungo termine, andare a ledere gli interessi dell’azienda VMware. Capisco che se sei un dipendente di VMware Italia e pensi di essere il leader incontrastato della virtualizzazione (quasi un monopolista!!!) non hai nessun interesse a mantenere rapporti troppo buoni con i tuoi utenti e venirgli incontro in caso di necessità, anzi questi utenti sono proprio delle vacche da mungere e se non fanno abbastanza latte meglio mandarli al macello. Tutto questo mi ricorda la Microsoft degli anni 90 e forse anche la Oracle di oggi… è proprio vero che la storia non insegna mai nulla!!!
Comunque, mi sono sfogato. Non dico una presenza ufficiale e un supporto al VMUG che abbia un senso concreto ma almeno un segnale, un amministratore delegato o un direttore di non so cosa a fare uno speech di 10 minuti dal titolo tipo “vi vogliamo bene”… e magari stare li qualche ora per raccogliere il sentimento dell’utenza… no?!
Non un fallimento di uno ma un fallimento di tutta VMware Italia, dal marketing al commerciale passando per il management.
PS. Una persona di VMware ieri c’era, è il solito e brillante Massimo Re Ferrè. Encomiabile, però purtroppo non conta perché anche se è stato disponibile tutto il giorno è una persona tecnica e non penso neanche che riporti direttamente alla struttura Italiana. (sono proprio gli italiani ad essere miopi)
Disclaimer: Una delle aziende per cui lavoro ha un rapporto di partnership con VMware.
Confermo da piccolo rivenditore di soluzioni vmware che in particolar modo i distributori hanno solo interesse a vendere licenze o storage.Se ci serve un consiglio beh… menomale che c’è il VMUGIT e twitter …