Qualche sera fa ho passato un po di tempo sul cloud di HP e l’unico pensiero che alla fine mi girava per la testa era del tipo: “HP, dai! puoi fare meglio di così”.

Il primo impatto mi ha lasciato con l’amaro in bocca: se questo deve diventare un concorrente di Amazon allora lasciatemi dire che in Amazon possono dormire sonni tranquilli.
Sono stato in dubbio fino alla fine se pubblicare questo articolo o meno, ma alla fine, dopo alcune mail scambiate con persone di HP ho avuto conferma di quanto avevo già visto.

Questo è OpenStack

Chi mi legge lo sa, non sono un fan di OpenStack, penso che OpenStack sia un pugno di script conditi con tanto marketing… in poche parole: tanto fumo e poco arrosto.
Tecnicamente parlando non riesco a capire tutto questo amore espresso da sviluppatori e vendor però è vero che se guardo il lato più venale della cosa mi rendo conto che su OpenStack esistono delle opportunità di business più che interessanti.
Ogni volta che mi ritrovo a parlare di OpenStack con qualche service provider che intende implementarlo il discorso finisce sempre nello stesso modo: il punto diventa quanto tempo (e denaro) serve per sviluppare il prodotto. Il rischio concreto è quello di fare un fork privato, svilupparci sopra e poi non riuscire più ad allinearsi al branch principale quando saranno disponibili nuove funzionalità. Alla fine le implementazioni di OpenStack possono differire sensibilmente l’una dall’altra!

Beta o PoC?

Si, è una beta. Quindi alcune mancanze devono essere scusate, ma beta non significa PoC (proof of concept)!
La cosa peggiore è stata che ho dovuto usare la mia carta di credito anche solo per poter istanziare delle macchine di prova (di una inutile beta)… non per essere rompiscatole ma Amazon ha un free tier per queste cose!
Comunque, sono rimasto deluso, non ho trovato nulla per gestire la parte network (bilanciatori, sicurezza, ecc.), I template (solo linux) sono molto limitati in numero e versioni disponibili e non ho trovato funzionalità che darei quasi per scontate come, ad esempio, cloning o snapshot.
Sicuramente tutte queste cose ci saranno (ci devono essere) ma non sono accessibili via GUI ad un povero utente della strada come me (magari lo sono via API?!). Ammetto che non ho speso tanto tempo a scartabellare nella documentazione.

Le risposte di HP

In particolare, come dicevo sopra, ho avuto modo di scambiare un po di mail con alcuni del team che sta portando avanti lo sviluppo e ho avuto conferma che parte delle limitazioni sono legate all’immaturità del prodotto altre al fatto che alcune funzionalità mancano proprio (OpenStack).
Ho fatto notare al rappresentante di HP le mancanze che ho segnalato sopra e lui mi ha riposte così: “All valid points – some of which are related to the OpenStack technology (and I’m not so sure how familiar you are with that…) some others related to what OpenStack functionality we are comfortable implementing in production-ready environment, with enterprise-level support and all of what it entails”
La mail continua cercando di rispondere ai miei dubbi punto su punto, non vi tedierò con alte citazioni, ma mi è sembrato tutto poco convincente.

Nota finale

E’ dura commentare su quanto ho visto, ma lo farò. Considero questa prima versione di HP Cloud un passo falso e spero proprio che non diventi un altro TouchPad. (Fra l’altro ci sono dei rumors che parlano di tagli molto importanti proprio nell’area dei servizi ed è ovvio che così come è messo oggi, questo servizio non può funzionare).
Una cosa positiva comunque c’è, se ti riesci ad adattare alle limitazioni sembra costare meno di Amazon.
Fra un paio di settimane andrò a Las Vegas per l’HP Discover, è mio intento incontrare anche qualcuno che si occupa di Cloud e chiedere lumi sulla strategia e quali saranno i prossimi passi.