Uno non ci può credere, ma quando vedi notizie come questa capisci veramente in che mondo viviamo (informaticamente parlando intendo). E ti viene da pensare: “altro che cloud!”.L’IBM ha annunciato l’ennesima generazione della sua famiglia di Mainframe e spinge un sacco sui media perché se ne parli come di qualche cosa che manda ancora avanti il mondo!
Spero che L’IBM non se la prenda (è che loro sono una fonte inesauribile di ossimori informatici). Intendiamoci, il mainframe mi da lo spunto per questo articolo, ma di sistemi legacy in giro ce ne sono ancora una esagerazione (e anche qui l’IBM ci da un altro grande esempio con l’AS/400 iSeries).
La verità, come al solito, è sempre nel mezzo: il mondo non lo manderà avanti il mainframe ma ci sono molte aziende (soprattutto in ambito bancario/finanziario) che ancora ci tengono applicazioni mission critical.
E’ un oggetto obsoleto, costoso e poco efficiente ma questi, alla fine, rimangono anche i suoi vantaggi e le vendite continuano ad essere impressionanti.
Perchè
Il discorso è semplice, un piano di migrazione di dati e applicazioni, che spesso sarebbero da riscrivere in toto e con linguaggi diversi da quelli usati 30 anni fa o più, è spesso impraticabile!
Ovviamente l’impraticabilità dipende da molti fattori, molti dei quali umani. Infatti, tecnicamente, non è impossibile ma, oltre allo sforzo economico, manca spesso il coraggio di chi deve prendere questo tipo di decisioni e i rischi che ne conseguirebbero per la vita dell’azienda.
Quindi, in molti casi, è più facile continuare a mantenere e implementare l’esistente piuttosto che rivedere tutto da zero o darlo fuori in outsourcing (magari proprio all’IBM!). Inoltre, se pensiamo che il mainframe è un oggetto che normalmente è presente in organizzazioni di livello ginormico, le difficoltà aumentano esponenzialmente e facile diventa anche sinonimo di economico.
Faccio solo un esempio
Come dicevo poco sopra, migrare è difficile. Ci vuole un gran coraggio e la strada è irta di difficoltà.
Un mio cliente ha fatto un rehosting di un mainframe su una macchina Unix nel 2004 attraverso un tool che “emula” parzialmente il mainframe (per risparmiare sulle licenze e il supporto). Lo ha potuto fare perché aveva i sorgenti delle applicazioni, e non sono tutti nella sua condizione.
Il problema è che poi ha acquisito un ERP e ha iniziato ad implementare le stesse procedure che aveva in precedenza sulla nuova piattaforma collegandosi alla base dati preesistente. Da un punto di vista architetturale non è stato il massimo ma da quello utenti è stato eccellente.
Il problema è che, siamo nel 2012, la migrazione non è andata come doveva e non è ancora finita… mentre nel frattempo l’azienda ha perso molti degli sviluppatori Cobol che aveva (andati in pensione) e il supporto sul software (non esiste più l’ISV del sw di rehosting).
Riassunto: questo server è ancora in linea (e costa), ormai usato solo in lettura, ed ancora critico per alcune operazioni. Se tutto va bene all’inizio del 2013 lo spegneranno ma, se nel frattempo, succedesse qualche cosa di veramente grave a livello software non sanno in quali tempi riuscirebbero a ripartire: in pratica non ne hanno più un completo controllo!
Nota finale
Il mainframe è una tecnologia nata oltre 40 anni fa ma è ancora presente in diverse realtà. Purtroppo, in quelle realtà, anche chi vuole fa fatica a pensare un modo per liberarsene (e l’IBM lo sa bene e sfrutta al 100% questa opportunità!!!)
Dall’altra parte c’è un problema che sta diventando sempre più importante: mano a mano che il tempo trascorre vengono a mancare sistemisti e programmatori che conoscono questa piattaforma e ci sono rischi sempre più forti che si possa perdere il controllo della situazione…
Enrico, quello che dici vale sicuramente per le applicazioni legacy, quelle che sfruttano ancora la pila Cobol, CICS, DB2. Non è altrettanto vero per quello che riguarda il fronte virtualizzazione. Grazie all’utilizzo di z/VM è possibile virtualizzare sistemi Linux, o zLinux come all’IBM piace chiamarli. Le distribuzioni che supportano questo tipo di architettura vanno dalle commerciali SLES e RHEL alle open come Debian. In quest’ottica il mainframe diventa un’ottima macchina per il consolidamento server anche in ottica green-computing… ed è proprio su questo che punta l’IBM! Obiettivo finale è dimostrare che i sistemi centrali sono più convenienti di quelli distribuiti: a fronte di un cospicuo investimento iniziale si ha un risparmio, a lungo termine, dal punto di vista della gestione, dei costi energetici, dei mq data center.
Rino,
non c’è dubbio che la distribuzione va e se compili del software va. ma SAP, tanto per fare un esempio, c’è per zLinux?
e se c’è quante installazioni nel mondo?
non è importante se c’è la distribuzione Linux, è importante che ci sia il software degli ISV. funzionante, certificato e supportato… 😉
Per SAP non saprei, ma per farti un esempio, Oracle è disponibile ed è certificato. Ma io lascerei perdere gli esempi e lascerei perdere anche il discorso relativo al numero di “installazioni nel mondo”. Non mi sembra si stesse discutendo di questo, o almeno non volevo si discutesse di questo. Non vorrei mi avessi scambiato per un sostenitore dell’IBM o peggio per un suo dipendente. Il mio commento iniziale voleva estendere la discussione dando una panoramica completa del fenomeno mainframe di cui parli. Sicuramente, oggi, parlare del mainframe non vuol dire solo parlare di applicazioni cobol; non vuol dire solo parlare di tecnologia di 40 anni fa; non vuol dire solo parlare di “vecchi” clienti come banche e simili. L’IBM, nella sua operazione di rilanciato del mainframe, ha puntato quasi tutto, se non tutto, sulla virtualizzazione, su Linux, sulla server consolidation, sul green-computing. Penso che sia in questi termini che vadano analizzate determinate notizie ed articoli. Tutto qua…
Rino,
le applicazioni che girano sul sistema operativo che compri sono importanti (c’è il DB ma tutto il resto???)… se no è un mero esercizio di stile.
IMHO, In assoluto IBM non punta mai tutto su nulla ma è ben capace a diversificare il più possibile e a guadagnare il più possibile. Il mainframe non fa eccezione.
Il mondo della virtualizzazione e del cloud è da un’altra parte, IBM ha perso tanti anni fa e ora è uno dei tanti player. Il mainframe non ha nessuna quota di mercato rilevante nel mondo della virtualizzazione e tanto meno del cloud. I soldi il mainframe li tira fuori, più o meno, sempre dagli stessi clienti che lo avevano già adottato e che per un motivo o per l’altro sono costretti a tenerselo. Nessuna azienda (a meno di qualche verticale specifico?) partirebbe oggi con progetti per implementare un mainframe. Poi è ovvio che io ho una visione limitata a quelli che sono i miei clienti, ma ti posso assicurare che ognuno di questi, se potesse, lo caccerebbe dalla finestra… se solo ci passasse 😉
Enrico, quello che dici vale sicuramente per le applicazioni legacy, quelle che sfruttano ancora la pila Cobol, CICS, DB2. Non è altrettanto vero per quello che riguarda il fronte virtualizzazione. Grazie all’utilizzo di z/VM è possibile virtualizzare sistemi Linux, o zLinux come all’IBM piace chiamarli. Le distribuzioni che supportano questo tipo di architettura vanno dalle commerciali SLES e RHEL alle open come Debian. In quest’ottica il mainframe diventa un’ottima macchina per il consolidamento server anche in ottica green-computing… ed è proprio su questo che punta l’IBM! Obiettivo finale è dimostrare che i sistemi centrali sono più convenienti di quelli distribuiti: a fronte di un cospicuo investimento iniziale si ha un risparmio, a lungo termine, dal punto di vista della gestione, dei costi energetici, dei mq data center.
Rino,
non c’è dubbio che la distribuzione va e se compili del software va. ma SAP, tanto per fare un esempio, c’è per zLinux?
e se c’è quante installazioni nel mondo?
non è importante se c’è la distribuzione Linux, è importante che ci sia il software degli ISV. funzionante, certificato e supportato… 😉
Per SAP non saprei, ma per farti un esempio, Oracle è disponibile ed è certificato. Ma io lascerei perdere gli esempi e lascerei perdere anche il discorso relativo al numero di “installazioni nel mondo”. Non mi sembra si stesse discutendo di questo, o almeno non volevo si discutesse di questo. Non vorrei mi avessi scambiato per un sostenitore dell’IBM o peggio per un suo dipendente. Il mio commento iniziale voleva estendere la discussione dando una panoramica completa del fenomeno mainframe di cui parli. Sicuramente, oggi, parlare del mainframe non vuol dire solo parlare di applicazioni cobol; non vuol dire solo parlare di tecnologia di 40 anni fa; non vuol dire solo parlare di “vecchi” clienti come banche e simili. L’IBM, nella sua operazione di rilanciato del mainframe, ha puntato quasi tutto, se non tutto, sulla virtualizzazione, su Linux, sulla server consolidation, sul green-computing. Penso che sia in questi termini che vadano analizzate determinate notizie ed articoli. Tutto qua…
Rino,
le applicazioni che girano sul sistema operativo che compri sono importanti (c’è il DB ma tutto il resto???)… se no è un mero esercizio di stile.
IMHO, In assoluto IBM non punta mai tutto su nulla ma è ben capace a diversificare il più possibile e a guadagnare il più possibile. Il mainframe non fa eccezione.
Il mondo della virtualizzazione e del cloud è da un’altra parte, IBM ha perso tanti anni fa e ora è uno dei tanti player. Il mainframe non ha nessuna quota di mercato rilevante nel mondo della virtualizzazione e tanto meno del cloud. I soldi il mainframe li tira fuori, più o meno, sempre dagli stessi clienti che lo avevano già adottato e che per un motivo o per l’altro sono costretti a tenerselo. Nessuna azienda (a meno di qualche verticale specifico?) partirebbe oggi con progetti per implementare un mainframe. Poi è ovvio che io ho una visione limitata a quelli che sono i miei clienti, ma ti posso assicurare che ognuno di questi, se potesse, lo caccerebbe dalla finestra… se solo ci passasse 😉
Rino,
Con tutto il rispetto, posso solo dire che è tutta fuffa marketing che IBM cerca di spacciare a chi è disposto a crederci.
Un server x86 con due CPU e centinaia di GB di RAM costa pochi migliaia di euro mentre un MF costa milioni. Una architttura n+1 con server x86 e vmware costa una frazione di quello che costa un pSeries, figuriamoci la differenza con un MF! La densità di VM linux che si può avere su un rack x86 è molto più elevata di quella di un mainframe ad una frazione del costo. Altrimenti ogni ISP avrebbe un mainframe e a me non risulta che ISP come Amazon o Rackspace stiano andando in questa direzione. Il 99% (probailmente 99,9%) dei clienti MF fa virtualizzazione di Linux e Windows su x86… Ci sarà un motivo. Poi, mettere Linux su mainframe? Il problema non è il S.O. è tutto quello che ci sta sopra, il supporto che puoi avere dall’ISV, dai consulenti e via così dicendo… dammi una lista di software che girano su redhat che poi ne parliamo (a parte di quelli IBM).
Con tutta la buona volontà e l’amore che si può avere per IBM sono necessari anche un sacco di soldi da buttare dall finestra (e con le licenze del MF son da buttare ogni anno!).
Rino,
Con tutto il rispetto, posso solo dire che è tutta fuffa marketing che IBM cerca di spacciare a chi è disposto a crederci.
Un server x86 con due CPU e centinaia di GB di RAM costa pochi migliaia di euro mentre un MF costa milioni. Una architttura n+1 con server x86 e vmware costa una frazione di quello che costa un pSeries, figuriamoci la differenza con un MF! La densità di VM linux che si può avere su un rack x86 è molto più elevata di quella di un mainframe ad una frazione del costo. Altrimenti ogni ISP avrebbe un mainframe e a me non risulta che ISP come Amazon o Rackspace stiano andando in questa direzione. Il 99% (probailmente 99,9%) dei clienti MF fa virtualizzazione di Linux e Windows su x86… Ci sarà un motivo. Poi, mettere Linux su mainframe? Il problema non è il S.O. è tutto quello che ci sta sopra, il supporto che puoi avere dall’ISV, dai consulenti e via così dicendo… dammi una lista di software che girano su redhat che poi ne parliamo (a parte di quelli IBM).
Con tutta la buona volontà e l’amore che si può avere per IBM sono necessari anche un sacco di soldi da buttare dall finestra (e con le licenze del MF son da buttare ogni anno!).
Una distribuzione linux che gira su mainframe è una normalissima distribuzione linux… fatta eccezione per lo strato kernel che si interfaccia all’hw sottostante e agli s390-tools che permettono di interagire con quest’ultimo. Quindi tutto il software presente nelle release ufficiali delle distro che ti ho citato funzionano perfettamente anche su una VM zLinux. Questo te lo garantisco perché ho la fortuna/sfortuna di avere a disposizione un mainframe su cui mettere le mani (con Debian su mainframe faccio tutto quello che ho sempre fatto con Debian su x86). Per il resto sono d’accordo con te: l’IBM si fa pagare a caro prezzo tutto ciò che fa; non sempre quello che fa lo fa bene; lavora molto di marketing. Il mio commento voleva dare una visione più ampia rispetto a quella riportata dal tuo articolo, che a mio avviso è troppo semplicistica.
Una distribuzione linux che gira su mainframe è una normalissima distribuzione linux… fatta eccezione per lo strato kernel che si interfaccia all’hw sottostante e agli s390-tools che permettono di interagire con quest’ultimo. Quindi tutto il software presente nelle release ufficiali delle distro che ti ho citato funzionano perfettamente anche su una VM zLinux. Questo te lo garantisco perché ho la fortuna/sfortuna di avere a disposizione un mainframe su cui mettere le mani (con Debian su mainframe faccio tutto quello che ho sempre fatto con Debian su x86). Per il resto sono d’accordo con te: l’IBM si fa pagare a caro prezzo tutto ciò che fa; non sempre quello che fa lo fa bene; lavora molto di marketing. Il mio commento voleva dare una visione più ampia rispetto a quella riportata dal tuo articolo, che a mio avviso è troppo semplicistica.