Questa mattina, durante la prima sessione dell’ITPT, ho conosciuto Andrew Lee (cofounder e CTO di FireBase). Devo essere sincero, sono rimasto sbalordito da quello che ho visto ma, ancora adesso, ci sono alcuni aspetti della tecnologia di Firebase che devo digerire.

FireBase

L’azienda è nata recentemente ma ha già ricevuto finanziamenti per 7 Milioni di dollari per il prodotto che stanno sviluppano. In pratica si tratta di un sistema che permette di realizzare una infrastruttura di back-end cloud per gestire comunicazioni real time fra i client. E’ stata pensata per quelle applicazioni, specialmente mobile, che hanno bisogno di condividere una base di dati unica dove ogni modifica apportata da un client viene immediatamente riportata su tutti gli altri (non importante dove e quanti!). Le categorie di applicazioni che possono trarre maggiori vantaggi da questo “backend-as-a-service” (come è stata definita da Andrew Lee) sono le più disparate: collaborazione (tipo il funzionamento di Google Docs nell’editazione dei documenti da più utenti contemporaneamente), chat o giochi in real-time, ecc.
Fire base si propone come sostituto del PaaS, in particolare per le applicazioni mobile.

Come funziona

firebasebrandingr4finalE’ qui, non essendo uno sviluppatore, che mi sono perso. Provo a spiegare con parole mie, anche se ho registrato un video con l’intera sessione che pubblicherò al più presto. I dati vengono salvati in oggetti JSON, ognuno di questi è accessibile con un URL o via REST (è incredibile anche come è facile accedere all’oggetto e vedere come cambia mano a mano che si apportano modifiche). Ogni volta che un Dato viene cambiato tutti i client (es. smartphone) vengono avvisati nel giro di millisecondi.
Le demo che ho visto sono impressionanti. In ogni caso, tutta la parte della sicurezza e scalabilità è demandata a FireBase e alle sue API togliendo di mezzo due problemi abbastanza importanti per lo sviluppatore. FireBase, proprio per questioni di minimizzazione della latenza, fa uso di hardware fisico per la sua infrastruttura ospitato tutto nei DC di SoftLayer.

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Nota finale

La definizione del titolo non è mia ma di Andrew Lee, un po forzata forse ma da l’idea della facilità di condivisione di questi dati strutturati.
Il prodotto è ancora in beta e, per ora, concentrato su clienti USA. Ovviamente, con l’andare del tempo, arriveranno anche da noi.

Ho deciso di segnalare questa azienda, anche se non ha nessuna rilevanza al momento qui in Italia, per due motivi:
1) In Italia si fa ancora fatica a parlare di IaaS, qua già si parla di alternative al PaaS…
2) Questa idea (e la sua implementazione) è geniale ma non basta a coprire le esigenze di applicazioni complesse. E’ probabile che FireBase verrà acquisita (e integrata) prima che diventi un prodotto maturo… stiamo a vedere.

Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Condor Consulting Group e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.