Ieri ho scritto un articolo su un nuovo prodotto che EMC ha appena rilasciato. L’articolo, non era molto positivo perché il prodotto in questione, per quanto l’idea sia valida, è implementato solo parzialmente (rispetto alle aspettative) e introduce una serie di limitazioni che lo rendono molto meno interessante di quanto avrebbe potuto essere. Infatti, durante la presentazione, si è speso molto proprio per mostrare la roadmap e le future applicazioni di questo prodotto!
Quello che è buffo e che (purtroppo) succede sempre più spesso, anche nell’enterite IT, i vendor rilasciano prodotti immaturi che non fanno altro che aggiungere complessità e instabilità a strutture che già di loro sono complesse e difficili da gestire!

Qualcuno ieri sera mi ha fatto notare che sono stato un po’ troppo duro con EMC e quindi mi sembra giusto che cerchi di spiegare meglio il mio punto di vista.
Voglio mettere giù un paio di idee e spero di innescare una discussione per capire meglio qual’è il pensiero degli operatori IT su questo argomento:

Ha iniziato Google

Google è una azienda che ha sviluppato una serie di prodotti decisamente interessanti negli ultimi anni ma, molti di questi, sono perennemente in beta: magari stabili ma in beta!
Questo approccio gli ha permesso di poter continuare a sviluppare il prodotto e aggiungere continuamente nuove features (senza mai doversi giustificare o rilasciare garanzie sulla qualità del servizio) che vengono adottate immediatamente da milioni di utenti. Quindi, per farla breve, Goggle può velocizzare al massimo lo sviluppo perché può contare su un numero spropositato di beta tester e ha anche un DB spropositato di casi d’uso e informazioni per fare il debug.

Certo, gli utenti di questi prodotti/servizi di Google sono per lo più privati (i prodotti business di Google fanno voce a parte), non pagano direttamente per il servizio e si accontentano di un prodotto “good enough”. Google fra l’altro “deve” aggiungere nuove funzionalità anche per incentivare la gente a tornare ed usare le sue applicazioni (più la gente torna, più pubblicità vede).

Non solo Google

Il modello Google funziona e anche altri ci si sono buttati! Il caso più eclatante, secondo me, è stato quello di Apple con Siri (la tecnologia di comunistica vocale introdotta sull’iPhone4S). Siri è un prodotto in Beta. Già, tu compri un telefono che costa 700€ e sei disposto ad accettare che una delle funzionalità più interessanti e pubblicizzate (e meno usate, visto che funziona solo in inglese, tedesco e francese) è in beta e funziona solo parzialmente fuori dagli USA.

Certo, dal punto di vista di Apple non fa una piega: solo nell’ultimo trimestre sono stati venduti 37 milioni di iPhone (la maggior parte 4S), pensate solo a quanta gente sta tentando di usare Siri e quante info ha la Apple per farlo diventare un prodotto valido (fra una o due versioni). Insomma Apple sta usando i suoi clienti (in questo caso paganti) per sviluppare il suo prodotto.

Beta ed Enterprise IT

Il concetto di beta tester è sempre esistito nell’IT, ed è stato sempre molto apprezzato: sia per capire le nuove funzionalità del prodotto, come migrare dal vecchio, come gestire il passaggio, ecc, ecc.
Ma, almeno nel passato, c’era il laboratorio e c’era la produzione ed erano due cose ben distinte.

Negli ultimi anni invece ho notato due fenomeni: da un lato l’adozione selvaggia di nuovi prodotti da parte di utenti finali sprovveduti inesperti e dall’altra Vendor “scellerati” che spingono il più possibile sull’adozione dell’ultimissima tecnologia (garantendone l’affidabilità). (i laboratori stanno sparendo e c’è chi fa test e rilasci di software in produzione con troppa leggerezza)
I motivi che stanno dietro a questi due trend sono diversi, in alcuni casi sono anche complessi, ma i risultati sono evidenti e sono quelli che poi rendono le infrastrutture IT instabili e la qualità del servizio pessima.
In ogni caso è chiaro che i vendor rilasciano sempre più spesso prodotti immaturi, mal integrati, con limitazioni che però vengono accompagnati con la promessa di futuri miglioramenti.

Il marketing e l’aspettativa

A quanto sopra devo anche aggiungere che il marketing dei grandi vendor è molto forte e spesso non ragiona più su quello che è disponibile oggi ma vuol dare all’utente finale una visione di quello che si sta sviluppando e che lui riceverà nel futuro!!! Il messaggio è chiaro quindi: devi adottare oggi la nostra tecnologia per avere dei vantaggi domani, assurdo ma chiaro.

Il problema è nel fatto che tutti i vendor devono dimostrare di essere un passo avanti alla concorrenza e devono sfornare novità continuamente per convincervi di questo.

1.0 è rischioso

Io, per quanto mi riguarda, se si tratta di lavoro non adotto mai un prodotto nella versione x.0 (non solo 1.0) ma aspetto sempre che lo faccia qualcun altro! Il mio consiglio personale è sempre quello di aspettare un po, diciamo fino al primo (in certi casi al secondo) giro di patch o ad una minor release successiva.
Le infrastrutture che mandano avanti l’IT aziendale non sono come il nostro PC di casa (ogni tanto qualcuno se lo dimentica) e ogni rischio che possa esserci un problema creato dall’immaturità di un prodotto è meglio evitarlo!

Stesso approccio lo uso quando escono nuove patch o minor release: se funziona tutto non toccare niente! (questo principio è tanto più vero quanto è più critica l’applicazione o il servizio in questione).

Nota finale

Insomma, tutto quanto sopra è più uno sfogo che altro ma sono veramente curioso di capire le dinamiche che si stanno instaurando nelle aziende e quanto è tollerata questa corsa all’ultima versione!
Non esitate quindi a commentare e a condividere le vostre esperienze in merito.