Sono stato da un cliente e ad un certo punto ci siamo messi a parlare di come è fatta la sua azienda. La sua definizione è stata “organizzazione molto orizzontale e sparsa su tutto il territorio nazionale”: piccoli gruppi di lavoro con delle eccellenze da esprimere in campi diversi. Poi lui ha continuato spiegando che uno dei suoi più grandi problemi è la condivisione delle informazioni, il trovare le informazioni e le esperienze accumulate, condividere il proprio lavoro con gli altri, mantenere i contatti e creare un repository condiviso di informazioni e cultura.

Volevo fare un paio di ragionamenti su quello che potrebbe essere un sogno per tutte le aziende.

Gli strumenti “della vecchia generazione”

La discussione ha continuato per alcuni minuti sui vantaggi e svantaggi di alcuni strumenti che esistono già da alcuni anni (commerciali e non): Wiki, Sharepoint, altri CMS, motori di ricerca, ecc.. Però è venuto fuori che questi strumenti non sono efficaci! Mi spiego, non è che non siano efficaci è che la gente (impiegati, professionisti e collaboratori) sono riluttanti a spendere il loro tempo per popolarli e mettere la propria faccia su documenti che poi andranno condivisi e “potrebbero essere usati contro di loro” (quello che ho appena scritto è complicato e sarebbe da spiegare lungamente ma penso che molti abbiano già capito). Quindi questo approccio è difficile e poco praticabile/praticato.

L’approccio social

D’altro canto i nuovi strumenti social (Facebook, Twitter, Linkedin) sono ampiamente adottati e la quantità e numero di dispositivi mobili con cui accedervi si sta allargando a macchia d’olio.
Abbiamo quindi iniziato a parlare di “Social Enterprise”, cioè, per dirla in due parole, l’applicazioni di questi strumenti social all’azienda.
Certo, non dico fare una gruppo su FB e metterci dentro tutti i dipendenti (che poi magari smettono anche di lavorare perchè hanno la scusa per stare stare tutto il giorno su FB!) ma magari creare degli strumenti aziendali che hanno gli stessi meccanismi di funzionamento.
Gli esempi più banali si possono trovare anche in oggetti come la chat di google o Lync di Microsoft (solo per fare due nomi) ma anche creare un FB aziendale non è difficile (non sono informato ma sono sicuro che esistono strumenti di questo tipo o progetti open source facilmente adattabili a questi bisogni).

Il vantaggio del social

I vantaggi sono tanti: dal creare una base condivisa di informazioni ricaricabile alla possibilità di contattare le persone giuste grazie al loro profilo aggiornato, accedere a gruppi che lavorano su argomenti comuni o a tutto quello che vi viene in mente e che avete già visto nelle comunità dei social.
Anche l’accesso diviene molto più trasparente e immediato. Basta immaginare solo quando hai un problema e, invece di perdere ore per capire chi l’ha già risolto in azienda mandi un messaggio sul coscila network (come faresti con FB o Twitter): “hey, c’è qualcuno che ha già risolto questo???” e in pochi minuti ti arrivano risposte, link documenti!
Alla fine il socail network aziendale e privato diviene uno strumento efficacissimo e un repository di conoscenza inestimabile

Nota Finale

Non è facile, capisco. Andare in azienda e proporre di creare un “social network aziendale” è una cosa decisamente ardua, soprattuto quando molti manager vedono i social network pubblici (Facebook e Twitter in particolare) come il motivo di ogni possibile inefficienza aziendale.
Qui la storia è sempre la stessa comunque: innovare o rincorrere! Per innovare ci vuole la testa mentre per rincorrere ci vogliono le gambe.
Sono sicuro che il social enterprise sarà un argomento sempre più importante e magari, come oggi avviene per il cloud pubblico e il cloud privato, i grandi Social network inizieranno a proporre versioni dei loro servizi anche alle aziende.