Viviamo in un periodo dove non si fa altro che parlare di Cloud Computing ma, quando si inizia a parlare di problemi di tutti i giorni, forse non è il cloud la prima priorità ma il “mobile computing”.

Gli strumenti che usiamo quotidianamente per accedere a dati e applicazioni aziendali stanno cambiando molto velocemente e sono sempre più diversificati, la prima conseguenza è che l’IT aziendale deve cambiare per poter essere all’altezza delle nuove necessità.

Fino a poco tempo fa, in azienda, esistevano solo PC/notebook Windows e terminali blackberry: i dipartimenti IT limitavano al massimo ogni configurazione non “standard” per evitare qualsiasi tipo di problema e di aggravio nelle già faticose pratiche di gestione del parco installato.
La distribuzione e la manutenzione del software, la sicurezza (in tutti i suoi aspetti), l’uso di formati di documenti proprietari e software “standard” (es. MS Office) sono solo alcuni esempi di tutte le limitazioni in essere che minavano la libertà di scelta in azienda. Molte applicazioni in uso, fra l’altro, avevano solo client per il S.O. Windows e ne era impedito l’uso con ogni altro tipo di sistema operativo (spesso a diversi S.O. corrispondevano diverse versioni di prodotto e diversi comportamenti).

Prima il web

Il primo segnale forte di cambiamento lo hanno dato tutte quelle applicazioni che non vengono più distribuite in modo classico (installate sul PC) e che non salvano dati in locale. Le applicazioni che negli ultimi anni hanno trovato una nuova interfaccia utente basata su HTML hanno iniziato a diffondersi limitando quindi la necessità di legarsi ad un particolare sistema operativo.
Le prime interfacce web erano sicuramente molto povere, se paragonate con quelle dei client nativi per PC, ma ora le differenze sono meno percettibili, in alcuni casi nulle. Anche gli standard sono andati a rafforzarsi (sia come linguaggi ma anche come piattaforme di sviluppo dei browser) e non esistono più le differenze di rendering o la necessità di plug-in particolari come una volta.
Infine, le priorità sono cambiate: un esempio? una volta la mail era un di cui oggi è un’applicazione critica per chiunque!

Poi l’iPhone (e l’iPad)

L’adozione di iPhone/iPad (più in generale Tablet e smartphone) è stata una rivoluzione aziendale imposta dall’alto! Come fai a dire ad un general manager che il suo amato iPad non può essere usato in azienda? o non è in linea con le policy sulla sicurezza?
Quindi i dipartimenti IT si sono piegati al volere di chi comanda per poi subire l’effetto “anch’io, anch’io”: se il CEO ha l’iPad sarà seguito dai membri del CDA e poi dai vari direttori giù, giù fino a quando non diviene uno standard de facto!
Questo è quello che è successo (sta succedendo) e, in molte aziende, sta cambiando il modo con cui si comprano i PC: da un PC uguale per tutti ad un budget per comprare un tuo sistema personale! Infatti ora, sempre più spesso, troviamo Mac, tablet e smartphone che affiancano PC e telefoni tradizionali. 
In qualche modo si può affermare che il mobile computing è il vero personal computing: device sempre più personali che si adattano perfettamente ai singoli individui ma che devono condividere e interagire con i dati aziendali.

Questo nuovo approccio ha anche un risvolto che potenzialmente complica le cose, e non poco: ogni utente non ha più un device ma ne ha diversi creando potenzialmente molti più punti di accesso, traffico e necessità di una infrastruttura diversa e più elastica.
Anche in questo caso l’IT si trova a dover affrontare sfide nuove, soprattutto lato sicurezza e management. Dal punto di vista sicurezza non è più il PC da proteggere e neanche il perimetro (concetto ormai obsoleto visto la mobilità che questi dispositivi introducono). Dall’altra parte, quella del management, non mi devo più preoccupare di installare i PC e mantenerli ma è necessario concentrarsi  su servizi sempre accessibili e con un interfaccia coerente su tutte le piattaforme. L’utente, dal canto suo, è sempre più spinto anche a mantenere efficiente il proprio PC/tablet accedendo ad AppStore aziendali o pubblici per procurarsi i migliori strumenti! (esattamente una pratica di self provisioning)

A questo punto, Il dipartimento IT si trova quindi più device che interagiscono con le applicazioni/dati aziendali ma di più facile gestione, il management della base installata si sta spostando dal PC/tablet  (sempre meno gestito perché personale) a come le applicazioni e i dati possono essere presentati nei modi più disparati possibile. E questo è il principale motivo per cui penso che il VDI morirà (o evolverà) prima di diventare mainstream o verrà ucciso dai tablet!

il Cloud a supporto del mobile

Per supportare al meglio il mobile computing dobbiamo rivedere tutto lo stack IT e qui ci ritroviamo a parlare di cloud: pubblico,privato o ibrido che sia è indubbio che il cloud sia la miglior risposta possibile.

La nostra infrastruttura IT diventa più complessa al centro dove devo garantire sempre più spazio,quantità e qualità di accesso ai i dati (non più sui PC), sempre più potenza di calcolo e disponibilità di rete per le applicazioni (anche queste non più sui PC). Concetti alla base del cloud come elasticità, self e automatic provisioning, pagamento dell’infrastruttura a consumo, usare l’infrastruttura IT come un’utilità diventano finalmente concetti più chiari e comprensibili perché adesso ci sono chiare esigenze da soddisfare! 

Note finali

Le infrastrutture delle aziende stanno cambiando, certo non cambiano alla velocità che sognano i vendor ma a quella dettata dalle nuove necessità di flessibilità e competitività aziendale. L’adozione del mobile computing non può fare altro che accelerare la metamorfosi dell’IT aziendale verso il cloud (sia esso privato che pubblico), se prendi il primo treno è probabile che tu sia costretto a prendere anche il secondo!

In ogni caso, come ho detto più volte in tempi non sospetti, il tablet/mobile computing è l’enabler per il cloud computing.