In questi giorni sto continuando ad approfondire il mercato dell’object storage ed mi rendo sempre più conto quanto le cose stiano cambiando in questo settore.
Il concetto di “Object Storage utile solo per archiviare” sta perdendo sempre di più il suo valore mentre soluzioni sempre più complesse e sofisticate stanno arrivando sul mercato. Alcuni prodotti sono anche pronti a scardinare concetti ormai datati.

Il cloud storage

Fra l’altro, sempre più spesso, object storage e cloud storage sono usati come sinonimi. Ovviamente la confusione è generata principalmente dal fatto che il Servizio S3 di Amazon, un object storage, sta avendo un successo decisamente importante.
Ma non è solo questo, l’object storage sta diventando lo storage di molte applicazioni, sia cloud che non, ed è per questo che i bisogni stanno evolvendo.
Ora, non c’è più solo il problema di ottenere un rapporto €/GB vantaggioso e della persistenza o della resilienza del dato ma anche delle performance!

Prestazioni oggettive

Le prestazioni stanno diventando un nuovo campo di scontro che sta vedendo approcci anche molto diversi fra i diversi competitor. Pochi giorni fa, ad esempio, ho parlato di Scality e del fatto che hanno presentato un benchmark in cui mostrano prestazioni eccellenti per le operazioni di IO sugli oggetti (nell’ordine di 5/7ms!). E poi c’è Amplidata (di cui accennerò sotto) che ha presentato dei dati di throughput decisamente impressionanti (oltre 700MB/sec).
Devo essere sincero: entrambe metriche interessanti ma, purtroppo, sono paragonabili come le mele con le banane… Sarei curioso di vedere come si comportano i due ribaltando il benchmark eseguito.
Comunque è ovvio che, a parte il singolo benchmark, questi signori stanno guardando alle prestazioni come una nuova caratteristica del loro prodotto.
La prestazione è importante sia per il discorso sacalbilità (non solo in termini di spazio) che di possibilità di impiego: video streaming e Big Data sono solo le prime due cose che mi vengono in mente.

Chi è Amplidata

Amplidata è una startup (anche questa nata in Europa, ogni tanto non guasta) che sta proponendo la sua soluzione per l’object storage. Si parla di un sistema che ha un’architettura composta da nodi che fungono da controller (server standard x86 con tutto il software pronto all’uso) e una batteria di storage node (ogni nodo da 1RU ospita 10HD da 3TB).
Amplistor, al momento, supporta solo le sue API proprietarie (ma simili a quelle di S3) e l’azienda sta anche sviluppando un filesystem scale-out per semplificare le operazioni in ambienti tradizionali/legacy (ma non penso che sia stato già rilasciato). Riguardo invece ad una soluzione con dei gateway CIFS/NFS (stile HDS con HDI) preferiscono affidarsi a terze parti (CTera e Panzura sono i più famosi che mi sono stati nominati).
I punt di forza di questa soluzione sono sicuramente l’algoritmo con cui vengono gestito l’archiviazione del dato e un rapporto Watt/TB molto conveniente (loro dicono a livello dei tape).
Lo svantaggio più evidente, dipenderà anche dal prezzo, è che l’entry point di questa soluzione è composto da tre controller e 10 storage node per un totale di 240TB: decisamente non una soluzione per i clienti più piccoli. Un secondo svantaggio, anche qui dipende da valutazioni abbastanza oggettive, è sicuramente la mancanza del supporto di API standard come quelle di S3 (de facto) o CDMI.

Nota Finale

Insomma, un altro argomento caldo e da continuare ad approfondire. C’è molto interesse e molta attenzione, al momento soprattuto da parte di quei service provider che devono completare la propria offerta cloud ma sono sicuro che poi toccherà sarà la volta delle aziende…