Durante la mia ultima visita in US ho incontrato diverse aziende e l’object storage è stato un argomento molto dibattuto. Sia per il fatto che abbiamo incontrato diverse aziende con prodotti in questo segmento, OpenIO è una di queste, ma anche perché ormai moltissimi prodotti hanno una qualche integrazione con sistemi object storage (in particolare supportano le API S3).
Il mercato si sta diversificando molto e l’offerta anche. Tutti i vendor principali hanno una strategia riguardo a questa tipologia di storage (di pochi giorni fa, per esempio, la notizia che HPE ha fatto un investimento strategico di $10M in Scality…). Ed anche dal lato nuove startup ci sono delle novità.
OpenIO
Una di queste novità è proprio OpenIO. Il progetto è nato diversi anni fa ma l’azienda ha iniziato a farsi conoscere da pochissimo. I primi clienti sono stati grandi telco e l’applicazione principe è stata la posta elettronica. Infatti, l’architettura è molto focalizzata e ottimizzata per oggetti piccoli e con una organizzazione che ricorda molto quella della posta elettronica. Il prodotto sta comunque evolvendo e, proprio grazie alle sue caratteristiche di base, garantisce alte prestazioni anche in caso di rebalancing dovuti all’aggiunti di nodi o ad un fail.
L’approccio è diverso da quello della maggior parte dei concorrenti ma è interessante e, per certi tipi di applicazioni può essere decisamente una soluzione da provare.
Open Source
Il core del prodotto è open source, una garanzia per l’utente viste le dimensioni dell’azienda, mentre le versioni commerciali comprendono assistenza e moduli che permettono di integrare il prodotto con API standard (S3 ad esempio) o applicazioni specifiche come server di posta elettronica. Il prodotto permette anche di essere utilizzato attraverso una connettore NFS, non veloce ma sicuramente utile per gestire ambienti legacy o migrare grandi quantità di dati in modo semplice.
Nota finale
L’object storage sta veramente prendendo piede. Sono sempre di più le proposte e ora ci sono prodotti disponibili per tutte le esigenze. Sono diversi anni che ne sto parlando e se il 2015 è stato l’anno in cui si è affermato, il 2016 ne vedrà un successo ancora maggiore.
S3 rimane l’interfaccia più utilizzata e i clienti richiedono questo tipo di protocollo sempre in più prodotti, per sfruttare poi la possibilità offerte da cloud pubblici o privati in termini di archiviazione, backup o migrazione di dati.
E’ interessante come sta evolvendo questo mercato e quanta domanda sta scaturendo dagli utenti finali. Untenti che sempre più si stanno orientando a strategie del tipo “Flash & Trash”.
Disclaimer: Sono stato invitato a questo meeting da Condor Consulting Group e loro hanno pagato per il viaggio e l’alloggio. Non sono stato ricompensato in alcun modo per il mio tempo e non sono in obbligo di scrivere articoli. In ogni caso, i contenuti di questi articoli non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.