Sono qui all’HPDiscover e sono appena uscito da una sessione sul cloud.
La cosa più interessante che mi è successa durante questa sessione è stato uno scambio di parole con una persona di HP (di cui non mi sono segnato il nome) e che ad un certo punto mi ha detto: “Openstack is like Linux”. Il confronto è andato oltre e questo è quello che ne è venuto fuori.
Openstack cresce come Linux
Si, in effetti se si pensa a come Linux è cresciuto negli anni si rimane stupiti. L’impegno profuso da molti vendor è paragonabile a quanto sta succedendo per Openstack.
Non passa settimana senza che qualche vendor non dichiari il suo amore o una qualche forma di supporto o adozione della piattaforma.
Diciamo che questa crescita non è proprio organica e, a volte, sembra che alcuni personaggi saltino sul carrozzone per dire “anch’io, anch’io” o per essere vicini al prodotto che vogliono minare da dentro ma poco conta: c’è la fila.
Open come Linux
Tutti sanno che Linux è open… già, ti puoi scaricare il kernel e compilarlo. Non proprio una operazione alla portata di tutti e soprattutto utile a pochi (soprattutto a livello aziendale).
Io, quando penso a Linux, penso a RedHat: una distribuzione chiusa e molto poco flessibile, l’unica universalmente accettata dalle aziende perchè puoi ricevere un supporto enterprise ed è certificata dalla maggior parte dei SW/HW vendor.
Quindi Openstack, così com’è fa poco… certo puoi prendere la massa informe di script, metterci del tuo e fare il tuo linux oppure cercare una RedHat…
Chi sarà la RedHat di OpenStack
Ecco, qui vi voglio. C’è chi ci sta provando: Piston Cloud? CloudScaling?
Tutte ancora micro aziende: brillanti, ma startup. E poi stanno lavorando su un prodotto così tanto in evoluzione che ogni cosa che fanno per migliorare/stabilizzare quanto c’è in OpenStack potrebbe essere superato in pochi mesi… Quindi, al momento, un rischio.
Nota Finale
Insomma, OpenStack è come Linux. Non ci metterà 15 anni a crescere e maturare come ci ha messo Linux, sicuramente meno, ma ci metterà.
D’altro canto Linux era la promessa di un mondo “tutto open” che non si è mai verificata e ha fallito in molti più campi di quelli in cui ha avuto successo: uno su tutti il desktop.
E’ un interessante paragone, ma è da prendere con le pinze. Concordo con le tue note finali su Linux ma non le ritengo applicabili universalmente per i progetti open… soprattutto su progetti come OpenStack dove i principali interlocutori sono le aziende che spesso desiderano una certa flessibilità e duttilità. Questo trend è sotto i nostri occhi, molte aziende scelgono i prodotti in base a quante API metto a disposizione o comunque in base a quanto possono “personalizzare”.
Bella la domanda “chi sarà la RedHat di OpenStack”… ma ce da dire una cosa: alcuni fallimenti di Linux di fatto i sono fallimenti di RedHat. Avere un brand di riferimento su un progetto Open non sempre è un bene (IMHO)… l’ideale sarebbe avere più campane, ancor meglio se tutti impegnate in contesti diversi. E’ emblematico che in 21 anni l’unica azienda che ha fatto veramente uno sforzo verso il desktop è stata Canonical… e i “risultati” li conosciamo…
E’ un interessante paragone, ma è da prendere con le pinze. Concordo con le tue note finali su Linux ma non le ritengo applicabili universalmente per i progetti open… soprattutto su progetti come OpenStack dove i principali interlocutori sono le aziende che spesso desiderano una certa flessibilità e duttilità. Questo trend è sotto i nostri occhi, molte aziende scelgono i prodotti in base a quante API metto a disposizione o comunque in base a quanto possono “personalizzare”.
Bella la domanda “chi sarà la RedHat di OpenStack”… ma ce da dire una cosa: alcuni fallimenti di Linux di fatto i sono fallimenti di RedHat. Avere un brand di riferimento su un progetto Open non sempre è un bene (IMHO)… l’ideale sarebbe avere più campane, ancor meglio se tutti impegnate in contesti diversi. E’ emblematico che in 21 anni l’unica azienda che ha fatto veramente uno sforzo verso il desktop è stata Canonical… e i “risultati” li conosciamo…
Quando c’è qualcuno che fattura dietro un progetto “open” , c’è sempre qualcosa che non va.
L’ open che ha cambiato l’ IT si chiama Debian, Apache,MySQL,IPtables …….roba che ci ha messo il tempo che ha voluto per diventare quello che è.Per quanto riguarda il desktop linux, il problema è di chi non sa che tutte le distro ( debian, slack, centos…..) ne hanno uno bello, veloce e funzionale…provare per credere.
L’ unica vera cosa che manca a livello IT nel mondo “Open” è un servizio di Service Directory facile, scalabile e integrato lato desktop, tutto il resto c’è e ,solitamente, funziona meglio della controparte sponsorizzata o a pagamento…magari è solo un pelino più difficile da usare e gestire…
Quando c’è qualcuno che fattura dietro un progetto “open” , c’è sempre qualcosa che non va.
L’ open che ha cambiato l’ IT si chiama Debian, Apache,MySQL,IPtables …….roba che ci ha messo il tempo che ha voluto per diventare quello che è.Per quanto riguarda il desktop linux, il problema è di chi non sa che tutte le distro ( debian, slack, centos…..) ne hanno uno bello, veloce e funzionale…provare per credere.
L’ unica vera cosa che manca a livello IT nel mondo “Open” è un servizio di Service Directory facile, scalabile e integrato lato desktop, tutto il resto c’è e ,solitamente, funziona meglio della controparte sponsorizzata o a pagamento…magari è solo un pelino più difficile da usare e gestire…