Sono all’aeroporto per un lungo layover in attesa di salire sull’ultimo aereo per casa, quindi ho un po di tempo per scrivere di un po di cose viste questa settimana e, in particolare, di tre aziende di cui ho già scritto in passato: Solidfire, Nimble storage, Tintri e Starboard systems. 4 startup tutte e quattro, in modi diversi, impegnate ad offrire prodotti storage innovativi che utilizzano memoria flash. Non penso che nessuna di queste abbia già delle installazioni in Italia ma, mano a mano che il loro business continuerà ad allargarsi in Europa, li troveremo anche da noi. E’ incredibile quanto poi queste aziende siano diverse fra di loro e quanto differenzino la loro offerta anche se, in alcuni casi, usano tecnologie simili.

Solidfire

Questa azienda si propone come storage ad alte prestazioni per i service provider. Infatti l’obiettivo è quello di gestirlo al 100% con una API REST e di fornire altissime prestazioni, QoS ed efficienza: il sistema è 100% scale-out (la configurazione minima è da 60TB) e arriva fino a due PB e 5M IOPS. Faccio fatica a pensare questo prodotto nella maggior parte degli ISP Italiani ma è ovvio che per un provider IaaS, che si possa definire tale, è un prodotto che merita di essere valutato (e prima o poi ci arriveranno anche i nostri). I dettagli tecnici li avevo già descritti in precedenza (e si trovano anche sul sito), quello che c’è di nuovo è che finalmente sono in GA (dal 13 novembre) e che hanno annunciato 4 clienti (3 sono europei!!!) già in quella data e ne dovrebbero seguire altri 20 molto presto. Non si può negare che, viste le specificità e dimensioni del prodotto, sta creando un interesse decisamente importante. Una cosa che mi piace in particolar modo è che lo storage Solidfire non è certificato con i sistemi operativi ma con le diverse piattaforme cloud: segno che i tempi stanno cambiando!
Ho registrato un video con Dave Wright, nulla di che in verità (sembra uno spot pubblicitario), ma lo pubblicherò comunque, visto che ho fatto la fatica di registrarlo… 😉

Nimble storage

Nimble storage sta invece crescendo in modo incredibile, probabilmente la startup di storage che cresce di più in assoluto. Hanno già più di 1400 sistemi installati in diversi paesi e hanno già degli uffici in Europa. Anche in questo caso non sono a conoscenza di distributori Italiani ma, prima o poi, si sveglieranno anche i nostri.
Nimble ha fatto vedere cose decisamente interessanti, come ad esempio una nuova modalità cluster che riesce brillantemente a superare il limite dei 4 cassetti: ora siamo a 16 cassetti (con 4 controller). Il mercato rimane comunque quello dell’SMB ma è ovvio che ora, proprio grazie a questa funzionalità di cluster, possono raggiungere risultati di spazio e performance di tutt’altro livello e questo li posiziona sicuramente più in alto. Anche le prestazioni sono buone, grazie all’uso molto ottimizzato degli SSD che riescono a gestire la gran parte delle attività di lettura scrittura (in pratica un grossa cache per i dischi SATA nel backend). Questo è lo storage più general purpose dei 3, ha ancora qualche difetto di maturità ma rimane decisamente un’azienda da tenere d’occhio.

Tintri

Se Nimble è general purpose non c’è nulla di più verticale di Tintri. In pratica uno storage che funziona solo con VMware, integrato così profondamente che quasi come non avere lo storage. Il software di management è fantastico e le prestazioni sono impressionanti (soprattutto cloni e snapshot) ma si può gestire tutto anche da vCenter. E’ il sistema adattato per ogni SysAdmin che vorrebbe eliminare lo storage dalla sua vita. Anche l’integrazione con VMware View (VDI) è impressionante ed è possibile gestire fino a 1000 deskotp con 1 Appliance e un costo che quindi rende il VDI un po’ più interessante.
Il vantaggio di Tintri è anche il suo difetto: è solo per VMware. Infatti, per quanto teoricamente possibili, al momento non esistono integrazioni con altri hyervisor e non è ottimizzato come storage NFS classico. Il significato di quello che ho scritto è chiaro: sei disposto a crearti un silos solo per VMware? La mia opinione è che la stragrande maggioranza delle aziende italiane non se lo può permettere. Forse quelle grandi, ma poi qui escono fuori le immaturità del prodotto: manca la replica e un software di management esterno per gestire più sistemi. Riassumendo: approccio brillante ma molto (troppo?) verticale e che ha bisogno di maturare un pochino (le repliche sono previste per la prossima major release di software).

Starboard systems

Starboard storage è un sistema general purpose e unified (FC, iSCSI, CIFS, NFS) che punta tutto sulla semplicità d’uso e su un prezzo decisamente attraente. Usano una architettura di cache molto efficiente basata su dischi SSD (separati fra cache di scrittura e di lettura) che vengono poi accoppiati a dischi tradizionali fino ad un massimo di 570 TB. Li avevo già incontrati in passato e devo dire che non mi avevano entusiasmato per qualche cosa in particolare ma ai clienti piacciono, visto che il prodotto è disponibili da pochi mesi e ne sono già stati installati circa 2PB! In effetti il prezzo mi è sembrato competitivo, tutto il software (comprese la replica) è compreso e la macchina viene consegnata con tre anni di manutenzione 7×24 già inclusa nel prezzo. Insomma, poche storie e molta sostanza. Il sistema è già abbastanza maturo (o almeno loro dicono) perchè molto del software è stato ereditato da una acquisizione. Ancora vendono solo in US ma entro pochi mesi inizieranno ad operare anche in Europa. Da quello che sono riuscito a capire fra le righe, fra l’altro, non puntano ad attaccare i grandi nomi dello storage direttamente ma sono molto più confidenti quanto si tratta di portare una soluzione tier 1.5 (non proprio lo storage primario quindi) ad un prezzo molto competitivo…

Nota finale

C’è poco da aggiungere. E’ sempre incredibile quante startup ci sono nella Silicon Valley e quante, in particolare, di storage. Poi noto anche che c’è una frammentazione esagerata, non è più come una volta dove i nomi si contavano tutti sulle dita di una mano e facevano, più o meno, le stesse cose… oggi c’è veramente l’imbarazzo della scelta sia per numero di fornitori che per tipologie di prodotti proposti (a volte troppe!).