Abbiamo scritto da poco un articolo su Datacore ma ieri sera (sono a Francoforte per l’SNW Europe)  ho avuto l’opportunità di incontrare Christian Marczinke (Director Systems Engineers EMEA). L’altro post è stato molto incentrato sul prodotto ma questa volta ho cercato di indagare un po di più sull’azienda, sulla filosofia e strategia.

Lo storage Hypervisor

Datacore è sul mercato da circa 14 anni e in azienda sono tutti molto orgogliosi di SANSymphony-V (il loro prodotto) e sul fatto che lo stanno proponendo come un software e non come un appliance (hardware e software pacchettizzati insieme). Sono rimasti l’ultimo vendor a farlo, anche Falconstor (che ha una soluzione concettualmente simile) ha iniziato a vendere appliances da qualche tempo.
Quando ho domandato perché, mi hanno candidamente risposto: “Noi siamo uno storage hypervisor: quello che VMware è per i server noi lo siamo per lo storage!” 
Ho insistito sul rischio di questo approccio (tanti diversi hardware con cui avere a che fare, il rischio che i clienti/parrtner non rispettino le best practices, ecc.) ma loro sono stati altrettanto chiari sul fatto che hanno oltre 20.000 installazione in più di 6000 cliente soddisfatti e fedeli, quindi non vedono perché cambiare (visti i numeri ho fatto fatica a dargli torto e continuare oltre).

Il tiering e il cloud

Recentemente, Datacore ha presentato una nuova feature per l’automatic storace tiering a livello di sub-LUN. Mi hanno mostrato diverse diapositive interessanti sull’argomento, soprattutto sulla granularità (fino a 1MB) e sugli algoritmi che hanno implementato per ottenere il massimo risultato, ma quello che mi ha interessato di più è stato che uno dei tier è il cloud.

Infatti, Datacore ha un connettore (basato su un appliance virtuale TwinStrata) capace di muovere dati da e verso diversi cloud storage providers pubblici (es.: Amazon S3 o, in italia, il Cloud storage di Seeweb) attraverso protocolli standard (quindi si potrebbe pensare anche ad un cloud privato implementato su API standard del tipo HTTP RESTful)
L’idea è decisamente buona ma, lo ammetto, l’implementazione ha diversi rischi: si può muovere verso il cloud tutta una LUN o parte di essa ma non è molto chiaro come viene gestita una LUN splittata (parte locale e parte sul cloud) in caso di un problema con la connessione ad internet!
In pratica l’unica via sicura per usare il cloud connector è quella di usarlo senza il tiering e usando lo storage locale solo come una grande disk cache per limitare le latenze della rete.

Una nuova soluzione

Durante l’SNW Europe Datacore presenta un nuovo prodotto per le SME: STAR.
STAR permette di virtualizzare lo storage locale di un server windows 2008 e quindi replicarlo (in modo sincrono) su un server dedicato ad ospitare tutte le repliche dei server in rete. In pratica, START permette di ottenere i vantaggi di uno storage condiviso senza averlo (un po la stessa promessa che fa VMware con il suo VSA – anche se l’implementazione qui è totalmente diversa).
E’ un modo molto economico di implementare una soluzione di alta affidabilità su una struttura già esistente, tutti i movimenti di dati sono fatti via iSCSI e il server che concentra tutte le repliche ha diverse funzionalità interessanti (prevede anche la replica remota per il DR). La brutta notizia è che il tutto funziona solo con server Windows 2008 e Hyper-V.

Infine il VDI

Io non sono un gran sostenitore del fatto che il VDI diventerà mai mainstream, almeno non più, ma Datacore lo è!
Stanno sviluppando diverse soluzioni per il VDI e hanno diverse white paper interessanti sul loro sito. I numeri che mi hanno mostrato sono veramente impressionanti e loro sono convinti che possono tagliare drammaticamente i costi garantendo performance eccellenti.
Ammetto che devo investigare di più su questo argomento ma non c’è dubbio che hanno solleticato la mia curiosità.

Nota finale

Datacore sembra molto impegnata a proporsi come “the storage hypervisor company” e le loro soluzioni possono essere molto interessanti per l’SMB. Dall’altra parte trovo che il loro approccio entusiasta e “radicale/liberale” possa facilmente risultare come un rischio per molte aziende abituate ad avere a che fare con fornitori di storage tradizionali.