Un Petabyte sono 1000 TeraByte e una media impresa, secondo la definizione standard, ha meno di 250 dipendenti e meno di 50 Milioni di € di fatturato. Un Petabyte può sembrare impossibile da raggiungere per questo tipo di realtà, ma non ne sarei tanto sicuro.

1 PB è dietro l’angolo!

Ieri sono stato in un’azienda un po più grande di Media, poco più di 500 dipendenti. In questa azienda, facendo una botta di conti al volo, abbiamo visto che c’è già oltre 500 Terabyte di storage installato. Circa 1TB per dipendente (non utente, dipendente!).

Una piccola parte è data dai dati primari, principalmente ERP, BI, CRM, DB di diverso tipo, Mail, ecc., ecc. mentre il grosso sono dati secondari, non strutturati, o repository di vario tipo ancora meno critici. Nel conteggio è compreso tutto, anche le copie per il DR, per lo sviluppo e il test, lo spazio riservato a agli sviluppatori…
In ogni caso, c’è poco da fare, è mezzo PB!
Questa azienda è la classica impresa normale che produce macchinari (è pieno di aziende del genere in Emilia Romagna) con sedi all’estero, personale distribuito sul territorio e tutte le problematiche classiche che sono connesse all’IT di una azienda del genere.

Dati, dati, dati

Se faccio mente locale comunque, la quantità di dati prodotti da diverse delle aziende con cui collaboro sono in proporzione simili. Certo, esistono delle differenze specifiche fra le diverse aziende ed anche approcci diversi all’IT che portano ad una diversa gestione dei dati o, anche, una diversa distribuzione di questi. Alla fine, i numeri sono paragonabili.
Addirittura, in alcuni casi specifici, proprio per via del tipo di mercato in cui è l’azienda, la quantità dei dati prodotti può essere anche molto superiore alla media.

Ancora più dati

Questa situazione non può fare altro che peggiorare (o migliorare… dipende dai punti di vista, 😉 ). Tutto produce dati ormai e questi sono sempre più complessi, più difficili da cancellare e sempre più grandi in dimensione.
Con l’aumentare dei servizi che si forniscono agli utenti si generano ulteriori dati che poi vanno gestiti.
Guardando la storia recente, il ritmo di crescita, e le aspettative per il futuro passare da 1TB a dipendente a 4 non è poi un’ipotesi così assurda…
Immagino che qualsiasi IT manager di azienda media, leggendo questo post, stia pensando che il mio ragionamento è assurdo ma vi invito a tutti ad iniziare a contare quanti TB avete installati su tutte le sedi, i server e altri oggetti che avete in azienda (e quanti di questi state gestendo e quanti no!)… rimarrete stupiti.

Idee e soluzioni

ideaSe alla fine dei vostri conti troverete più o meno i risultati che ho trovato io, vuol dire che avete un problema.
Potete ignorarlo, ma non è mai il massimo, o potete iniziare a cercare soluzioni per gestire degnamente questo mare di informazioni…
Alcuni dati sono già sotto controllo (più o meno), altri sfuggono completamente…

Esistono diverse possibilità per risolvere il problema e dipende molto dal tipo di azienda, dalla capacità di investimento e da quanto l’azienda crede nell’IT come strumento competitivo o meno. Allo stesso tempo è anche importante capire quanto i dati dell’azienda, molti dei quali utilizzati solo in modo superfluo, possano invece essere considerati un valore per l’azienda. (So che l’ultimo punto è complesso e meriterebbe molto più spazio…)

Chi legge questo blog sa che ho diverse idee per la testa e sono un promotore sia di soluzioni basate su software e hardware commodity che dell’object storage.
Certo, due approcci molto diversi e, per certi aspetti, antagonisti: da una parte si punta ad aver funzionalità e abbattere la spesa in una gestione che rimane tradizionale, dall’altro si cerca di fare un ulteriore passo verso una gestione innovativa e una valorizzazione dei dati aziendali.

Perchè è importante

iStock_000015266973LargeAd un Petabyte (4TB per utente) non ci siamo arrivati, ma ci arriveremo. Più aumenta la quantità di dati, più si complica la gestione e il TCO dell’infrastruttura, soprattutto se non sia è in grado di abbattere il TCO del TB.

Ogni dato che produciamo ha un valore e un costo. Quantificare valore e costo è difficile, soprattuto il valore, ma sappiamo tutti che ogni singolo dato che perdiamo, ad esempio, ha delle ripercussioni. Più si va verso un business regolato dai dati e dalla loro accessibilità e più questi saranno importanti, vanno protetti e resi facilmente accessibili.

La settimana prossima, a Milano, ci sarà la prima data di Juku unplugged, un seminario dedicato proprio a questi temi. Ci sarò io, utenti finali, rivenditori e vendor proprio per parlare di questi temi e delle possibili soluzioni. Avremo anche un utente finale che presenterà la sua esperienza. Sarà una giornata interessante (gli iscritti sono 50! poi magari ne verrà qualcuno in meno come al solito… ma sono tanti). Ti invito quindi a partecipare per ascoltare le esperienze altrui e condividere le tue, ci saranno molti momenti per farlo.
L’evento è gratuito, è vicino alla stazione centrale FS (comodo anche per chi viene da fuori) e l’iscrizione è obbligatoria: qui tutti i dettagli. Ti aspetto!

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