Come molti di voi già sapranno, VMware ha lanciato la sua nuova suite core Martedì scorso, che comprende il nuovo vSphere 5, Site Recovery Manager 5, vCloud Director 1.5 e vShield 5.

Ormai tutti sanno già del nuovo sistema di licensing e mi ero ripromesso che non avrei speso del tempo a parlarne, dato che quasi tutti i blogger del mondo hanno già praticamente esaurito l'argomento con esempi e scenari 'what-if', ma dopo un lunga chiacchierata con un tizio 'che ne sa' 🙂 ho deciso di scrivere qualcosa sull'argomento, prima di iniziare a parlare del prodotto e delle nuove importanti feature che porta sul mercato (soprattutto nel lato storage).

VMware ha iniziato ad usare licenze per-VM da un paio d'anni a questa parte con molti prodotti del loro portafoglio, in particolare SRM, ed ha funzionato bene per quasi tutti, dando una grande flessibilità, fornendo alle aziende un vero e proprio modello di costo ITaaS per le VM.

In un primo momento, quasi tutti si aspettavano una svolta in questo senso con la nuova versione di vSphere, e anche quando è uscita la nuova licenza VSPP, alcune settimane fa, basata sulla vRAM, nessuno ha veramente prestato attenzione al nuovo sistema di licenze, dopo tutto, era molto orientato ai service provider.

E poi la bomba è stata sganciata e quasi ogni persona coinvolta nella virtualizzazione ha iniziato a sclerare sulla nuova gestione delle licenze: clienti, consulenti, anche gli stessi dipendenti VMware.

Con questo post vorrei dare un consiglio molto umile a VMware: riconsiderate il sistema di licensing a VM.

Le licenze per-VM sono, a mio parere, la soluzione migliore per un vero ambiente ITaaS (anche meglio che avere vRAM + CPU socket) e sono meno onerose per coloro che non vogliono (o semplicemente non possono) abbracciare il paradigma private / public cloud.

Sarebbe ancora possibile mantenere diverse versioni basate su set di caratteristiche diverse e mantenere un limite di dimensione delle VM per limitare il problema del "creo una macchina enorme e la riempio di roba". Per gli upgrade sarebbe poi possibile utilizzare i dati statistici per capire quanti VM per socket sono mediamente utilizzati presso i siti dei clienti e creare con questi un percorso di aggiornamento.

Mi rendo conto di essere semplicistico, ma il clamore che il nuovo sistema di licenze ha causato deve essere in qualche modo sistemato, e d'altra parte, VMware ha bisogno di proteggere il suo flusso di revenue per il futuro, ridotto dall'evoluzione velocissima delle capacità hardware, e questo, a mio parere, è quello che la gente si aspettava e in questi nuovi giorni 'cloud' non possiamo più contare su delle licenze basate sull'hardware, ma è necessario un sistema di licenze che possa stare sulle proprie gambe per gli anni a venire, provate a immaginare una licenza da 48GB/socket a due anni da oggi…