Nei giorni scorsi ho letto di questa acquisizione. Western Digital è uno dei più grandi produttori al mondo di HD e fa a gara con Seagate per guadagnarsi la leadership del mercato mentre Arkeia è una piccola software house francese che produce una soluzione di backup per il mondo SMB. Potrebbero sembrare distanti fra loro… ma è molto più probabile il contrario.
Perchè Akeia
Arkeia, da quando è nata, sviluppa un software di backup per il mondo SMB e soprattuto per Linux. L’anno scorso il prodotto ha avuto una certa evoluzione “cloud” grazie ad all’acquisizione di un’azienda che si chiamava Kodena. Infatti Kodena aveva sviluppato una tecnica di deduplica molto efficiente che permette, con relativamente poca CPU, buoni risultati in termini di compressione dei dati.
L’azienda era quindi uscita con un prodotto server, degli appliances e i client che permettevano di fare deduplica a diversi livelli usando poca banda per trasferire i backup e per salvarli. La soluzione, teoricamente, non è male per gli utenti finali… e per quei rivenditori che vogliono diventare “CSP locali” convertendo un pochino il loro modello di business verso la fornitura di servizi invece che di HW.
Purtroppo, per diverse ragioni, il prodotto non ha mai sfondato.
Come Seagate
Cosa c’entra Seagate? Seagate è proprietaria di una società che vende servizi di backup e DR su cloud (e presto avrà un’offerta più a 360° di “Storage as a Service”): Evault. Questa azienda sta riscuotendo un certo successo (ne ho parlato anche precedentemente) e il know how che sta sviluppando è utile alla sua proprietaria per sviluppare prodotti innovativi e pensare a ruoli diversi dagli attuali per i dischi rigidi. Ora, anche se ad uno stadio più primitivo, WD ha uno strumento simile.
Il futuro del disco rigido
Penso non sia difficile per nessuno pensare ad un futuro dove tutto lo storage consumer e quello delle aziende piccole sarà di natura diversa da quella attuale: molto probabilmente flash e cloud la faranno da padroni. E’ vero però che se localmente (nel PC per intederci) avrò un SSD, è vero anche che nel cloud dovrò avere storage sempre più capienti e tecniche efficienti per trasportare i dati.
Proprio lo scorso dicembre, Terry Cunnigham (presidente di Evault), si è lasciato andare ad una serie di affermazioni su dischi rigidi ibridi di prossima generazione gestibili da API e che potranno cambiare il loro modo di operare in funzione delle necessità… perché non pensare allora anche ad una cpu e all’utilizzo dell’area flash di questi dischi per gestire più efficientemente lo spazio al loro interno?
Nota finale
Ok, con l’ultima affermazione mi sono lasciato un po andare con la fantasia. Tutto il resto però non mi sembra distante da quello che sembra essere un trend abbastanza riconoscibile…