Il titolo iniziale di questo post doveva essere “il NAS è morto” ma era un po’ troppo forte e poi non volevo far ripartire alcune polemiche scaturite da un post di qualche settimana fa. E comunque sappiamo tutti che nell’IT il concetto di morto ha molti significati (anche i mainframe, ad esempio, sono considerati morti). Comunque, l’obiettivo è parlare di un argomento molto sentito dalle aziende: il “dropbox aziendale”.
La settimana scorsa ho passato due giorni con un importante storage vendor a parlare di diverse problematiche dell’object storage. Abbiamo parlato di diverse cose ma c’è un argomento, di cui parlo già da due anni, su cui abbiamo speso diverso tempo e che sta esplodendo proprio ora.

Dannati iPad!

Tutti gli IT manager di questa terra stanno avendo a che fare con dispositivi mobili di una qualche natura. Se non lo stanno già facendo, saranno costretti a farlo presto!
Inoltre, il fenomeno del BYOD non fa altro che peggiorare, e di molto, la situazione. I tablet sono oggetti ancora immaturi dal punto di vista enterprise e difficili da gestire, in modo particolare quando si va a parlare di dati. Non nego che esistono dei sistemi di management ma sono spesso costosi e risolvono solo parzialmente questo problema.

Dannato Dropbox!

Il problema non è Dropbox in se, ma il sync&share in generale. Lo storage ideale per i dispositivi mobili è il cloud e, soprattuto quando il dispositivo è personale, si tende ad usare lo stesso servizio sia per i dati personali che per quelli aziendali!
Il processo è semplice: prendo un file sul PC, lo allego ad una mail e me lo mando al mio account personale per scaricarlo dentro il Dropbox di turno! Così ho tutti i file che mi servono per lavorare ma l’azienda perde il controllo dei suoi dati… semplice come fare un tuffo in piscina, peccato che la piscina è piena di piranha.
Infatti, ogni volta che si esegue questa operazione non si sa più di chi è veramente in mano il file, se la versione che si sta usando è quella giusta, se la persona che accede al documento è quella che avrebbe dovuto farlo, ecc., ecc. Senza poi aggiungere che il livello di sicurezza dei servizi cloud consumer potrebbe è probabilmente lontano da quello della propria azienda.
Tutto questo avviene sempre più spesso e le aziende stanno cercando soluzioni.

Dannato NAS!

Il tablet non mostra, a livello utente, un filesystem; Quindi CIFS e NFS non sa dove stanno di casa: il NAS è nato nell’era dei PC e, come tale, ha fatto il suo tempo. In azienda, i tablet hanno un ritmo di crescita superiore a quello dei PC e questi accedono a documenti aziendali: c’è bisogno di una soluzione storage diversa e decisamente più innovativa.
Quello che serve è un “unified storage” di nuova generazione che abbia la possibilità di essere acceduto dai PC e dai tablet contemporaneamente: in pratica, invece di pensare al vecchio concetto di unified storage blocchi+file sarebbe ora di pensare attivamente al concetto di blocchi+file+cloud… o almeno a file+cloud.

Una soluzione dannatamente semplice

Il “Dropbox aziendale” è già alla portata di molte aziende ma se questo non è integrato con Active Directory e non vede gli stessi file che vengono acceduti dai PC diventa una non-soluzione.
Fortunatamente i produttori stanno già lavorando a prodotti di questo tipo, alcuni più attivamente di altri. Le soluzioni e i prodotti integrati sono dietro l’angolo. In tutti i prodotti/soluzioni che mi è capito di valutare negli ultimi due anni c’è una convergenza abbastanza forte: il backend è un object storage (sia esso pubblico o privato) mente nel front-end troviamo diversi gateway che permettono di realizzare una esperienza sempre più “seamless” fra PC e tablet. L’utente aziendale quindi ottiene un’esperienza d’uso all’altezza delle sue aspettative e l’azienda mantiene il controllo dei suoi dati in modo semplice ed efficiente.

Nota finale

Il NAS, così come lo conosciamo, non risolve più i problemi di condivisione dei file che avevamo fino al decennio scorso: è necessario cercare soluzioni nuove e a più ampio spettro. I nuovi client sono i device mobili che affiancano e, entro pochi anni, supereranno i client tradizionali. La maggior parte delle aziende, se non l’ha già fatto, dovrà affrontare questo problema a breve: è solo questione di tempo. Bye, bye NAS!