Negli ultimi giorni ho tenuto, insieme ad Ivan Salvadè, un seminario in Microsoft sul Private cloud per professionisti VMware. In pratica si trattava di spiegare ad un gruppo selezionato di reseller e system integrator le novità di Hyper-V e System Center 2012 in ottica private cloud. Questi operatori IT sono tutte persone che vengono dalla virtualizzazione VMware e quindi il seminario è stato portato avanti con l’idea di partire da un confronto con il leader di mercato, per poi introdurre le nuove funzionalità Microsoft e le potenzialità dei nuovi prodotti. Da questi tre giorni, più quelli serviti a preparare questo evento, ho imparato diverse cose su una piattaforma che, lo ammetto, non conoscevo praticamente per nulla.
Nel mezzo
Il mio ruolo è stato quello di “difendere VMware” o, meglio, spiegare una serie di concetti di base e portare esperienze su come funzionano i vari prodotti dello stack Microsoft. Quindi avrei dovuto puntualizzare sul fatto che ESXi fa una cosa in più o la fa diversamente da Hyper-V e magari mitigare i “tifosi” di una o dell’altra parte. Alla fine, molte delle persone intervenute (25!) avevano già di loro un bagaglio culturale di un certo tipo (erano presenti diversi VCP5) e diverse persone avevano anche già avuto esperienza con precedenti versioni di Hyper-V (e devo dire che molte sono state negative). Il mio compito quindi è stato più che facilitato… almeno all’inizio.
vSphere è meglio
Non c’è dubbio su questo e, anche se la versione 2012 del prodotto di Microsoft (Hyper-V + SCVMM) ha ridotto il gap, questo rimane.
Sta di fatto che, se la versione 2008R2 aveva delle mancanze veramente gravi, la 2012 ha sicuramente una lista di funzionalità e migliorie che la rendono, almeno sulla carta, confrontabile e appetibile ad un pubblico molto più ampio.
Detto quanto sopra, non voglio sembrare troppo “democristiano”, sottolineo che non ho dubbi che se l’obiettivo è quello di costruire la migliore infrastruttura virtualizzata di questo mondo, con un utente finale che capisce veramente la differenze tecniche, che può fare valutazioni precise sul TCO (anche se sul TCO le sfumature sono infinite), che è capace di gestirla, fare il tuning, ecc. ecc. VMware, con vSphere Enterprise plus è la migliore strada in assoluto.
Ma poi… chissenefrga?!
Purtroppo non viviamo in un mondo ideale e a volte dobbiamo scendere a compromessi… Vi faccio un esempio: a me piace molto un’auto che costa circa 150.000 euro (full optional ovviamente), la considero il massimo! Ma ho comprato un’auto che ne costa 35000: non è perfetta, ha dei difetti, ma alla fine la uso per lavorare e con la famiglia e costa quasi un quinto! Potrei fare anche un discorso sul TCO ma dai, siamo realisti… TCO di cosa? E poi diciamo la verità: l’auto al top farei fatica a sfruttarla perché non sono un guidatore eccellente. Lo stesso vale per l’infrastruttura virtualizzata: l’utente medio (SMB italiana) usa solo parte delle funzionalità a disposizione e non è in grado di valutare il vantaggio di usare quelle più sofisticate.
Un vantaggio palese che ha la versione gratuita dell’hypervisor di Microsoft ha tutte le funzionalità abilitate e non ha limiti imposti mentre, sul lato Vmware, per godere di tutte le features più interessanti è necessario acquistare la versione Enterprise plus… che non viene via esattamente a due soldi. Se anche volessimo confrontare Hyper-V con al versione standard di ESXi ci sarebbe una differenza ancora notevole e Hyper-V 2012 avrebbe anche più funzionalità.
Ovvimente, per essere realisti, la versione gratuita va bene per piccole infrastrutture ma appena si sale, quando il management diviene un fattore importante, è necessario avere un oggetto che si equipari a vCenter: System Center Virtual Machine Manager (SCVMM).
Il discorso però non cambia radicalmente anche acquistando System Center la suite Microsoft è rimane più economica di quella VMware.
System Center 2012 e “il cloud”
Se il discorso finisse alla frase appena sopra si ritornerebbe di nuovo al punto di partenza. vSphere è meglio, Hyper-V è migliorato ma fa ancora di meno ed è giusto che costi di meno: fine.
In realtà però ho scoperto una cosa (lo ignoravo fino a pochi giorni fa): quando si compra System Center si compra tutto System Center e non solo una piccola porzione del prodotto (ad esempio l’SCVMM che avevo menzionato, l’antagonista di vCenter, fa parte della suite completa).
Questo significa che “in regalo” con System Center l’utente riceve orchestrator, operations manager, configuration manager, mobile device manager e non mi ricordo quanti altri prodotti (ma tanti).
Questa del System Center aggiunge un altro elemento di valutazione per l’utente finale, anche se sono necessarie diverse puntualizzazioni:
– L’utente medio italiano ha bisogno di una piccolissima parte delle funzionalità messe a disposizione da SC. Alcune funzionalità sono decisamente complesse e metterle in campo ha un costo, anche solo di giornate uomo, superiore al vantaggio effettivo che ne può derivare all’utente visti i numeri in gioco.
– Alcune funzionalità sono decisamente immature. Non dico che quello che è scritto sulla carta non sia vero, ma lo è solo in un laboratorio dove tutti hanno camici bianchi e mascherine con idee semplici, precise e molto lineari (questo succede comunque per molti prodotti di “cloud management” ad oggi, non è solo un problema di Microsoft)
– Alcuni prodotti sono particolarmente efficaci solo se tu hai sposato lo stack Microsoft dalla A alla Z, altrimenti il numero di complicanze è tale che non so quanto ne possa valere la pena (e se funziona poi nel mondo reale).
Fatte le dovute puntualizzazioni è ovvio che comunque avere tutto significa avere tutto. E’ chiaro che se anche dovessi usare uno solo di questi moduli, ad esempio l’MDM per gestire iPAD e iPhone aziendali, avrei già un vantaggio ulteriore.
Tornando invece al “cloud”. La polemica in atto in questi giorni con alcuni fan di VMware è legata al fatto che System Center non è valido come piattaforma di cloud management. Io non ho nessuna esperienza pratica in merito a System Center, soprattuto riguardo alle sue reali possibilità di gestire un vero cloud, e quindi non posso prendere una posizione su questo argomento. Prometto di farlo appena avrò acquisito la conoscenza sufficiente. Nel frattempo però mi sento di dire un’altra cosa: quanti veri cloud (ma veri, con diverse migliaia di VM) ci sono in Italia ad oggi basati su vCloud? Da quanto ne so zero. Esistono diversi vCloud e, forse c’è anche qualche vCAC in produzione (?) ma non sono questi che oggi fanno il fatturato di VMware Italia.
In ogni caso quindi, qualsiasi siano le reali capacità dei due stack tecnologici, ci sarà tempo e modo per migliorarli e ottimizzarli in tempo per quando anche le aziende con una manciata di server fisici vorranno costruire il proprio private cloud (questa era ironica, ovviamente). Per le aziende di piccole medie dimensioni, sono convinto che sarà sempre più importante avere una piattaforma di management che possa gestire più hypervisor e uno o più cloud pubblici in modo trasparente… ed è quello che in effetti sta succedendo!
I commenti dei partecipanti
Non menziono nessuno ma, a spanne, posso dire che già alla fine della seconda giornata ho capito gli umori di molti dei partecipanti.
Alcuni, una minoranza in realtà, non sono nemmeno stati scalfiti dal messaggio di Microsoft: per loro l’unica via possibile rimane VMware perché lo stack tecnologico (ESXi+vCenter) è meglio e basta.
Gli altri invece, alcuni avevano già usato Hyper-V in precedenza, sono decisamente più interessati a capire se HV+SC 2012 è un’alternativa e dove si possono spingere nella realtà con questo prodotto… c’è da dire che il basso costo, soprattuto ora in questo momento di crisi, è un driver fenomenale.
Molte delle persone in sala hanno anche visto una opportunità per fare più servizi di quelli che fanno oggi… Se non per le eventuali mancanze introdotte dell’hypervisor Microsoft, sarà perché System Center apre decine di fronti nuovi. Il problema sarà vedere quanti di questi reseller/integratori avranno modo di conoscere quello che fa SC e se lo sapranno usare, ma questa è un’altra storia.
Nota finale
Cercherò di essere didascalico:
L’hypervisor è commodity: VMware lo fa ancora meglio ma ormai è una funzionalità data per scontata e non è più un differenziante. La riprova è data dal fatto che entrambi i vendor gestiscono gli hypervisor del concorrente.
La battaglia vera ora si giocherà sulle funzionalità e l’automazione ai livelli superiori, sull’integrazione con i cloud pubblici (nel caso delle SMB) e sul private cloud (per grandi aziende e provider).
Io includerei anche Openstack in questa futura battaglia: immaturo e con un approccio totalmente diverso dagli altri due, ma quando avremo delle distribuzioni commerciali credibili sarà della partita.
Ogni commento è il benvenuto!
Disclaimer: Microsoft è un cliente di Juku consulting e lavoro anche per un’altra reale aziendale che è partner enterprise di VMware. In ogni caso, i contenuti di questo articolo non sono concordati, rivisti o approvati dalle aziende menzionate o da altri al di fuori del team di juku.
mah, portarsi a casa un bestione come System Center per gestire infrastrutture semplici, tipiche del mercato SMB, sembra veramente come andare a caccia di zanzare con il bazooka. La visione di Microsoft è veramente molto, troppo totalizzante. Lo dimostra l’assenza quasi totale di un ecosistema florido di soluzioni di terze parti che non hanno trovato spazio per via della scarsa diffusione della soluzione e anche, probabilmente, per non pestare i piedi a Microsoft. Rimangono i dubbi sulla reale stabilità e affidabilità di Hyper-V dovuti, ancora una volta, ad una diffusione ancora troppo modesta della soluzione per essere statisticamente rappresentativa. Infine, “closed source” per “closed source” decisamente meglio aprirsi una strada Openstack e risparmiare la necessità di combattere con meccanismi di licensing sempre più stravaganti e anacronistici.
Fabio,
Capisco il tuo punto di vista e in parte concordo. Ad esempio non sarebbe male una versione light o, come in passato, poter acquistare il solo scvmm per i clienti più piccoli.
Io ho trovato hyper-v 2012 migliorato comunque e piùappetibile.
Riguardo ad openstack la vedo dura al momento, il modello di Cloud “commodity” su cui si basa è molto lontano da quello dell’azienda media. La mia presentazione al prossimo VMUG sarà proprio su queste differenze.
Ciao,
E
Articolo interessante, come al solito. Solo un appunto sull’esempio dell’auto (un po’ iperbolico e scenografico secondo me).
Clienti Enterprise con un IT spending totale di qualche centinaia di milioni di euro (diciamo una miliardata di euro) spendono con VMware circa, vuoto per pieno, qualche milione di euro (una manciata, fai tu… 2 – 5 – 8 – 20 .. dipende).
Clienti piccoli con un IT spending totale di parecchie dozzine o poche centinaia di migliaia di euro spendono con VMware circa… 4.000 euro per l’essential plus (cento euro piu’, cento euro meno).
Calcolatrice alla mano, il costo delle licenze VMware pesa circa l’1% della spesa IT totale (includo tutto l’IT… licenze software, hardware, datacenter/facilities, labour costs, etc etc etc).
Non voglio farti i conti in tasca ma, io credo, se tu guadagnassi 15.000.000 l’anno…una macchina da 150.000 te la compreresti.
Secondo me stiamo discutendo sul come tagliare i costi delle arachidi ad un matrimonio dove vengono serviti caviale a champagne.
Ironia della sorte vuole che la societa’ che ha organizzato l’evento descritto nell’articolo beneficia non poco dalla vendita di caviale e champagne. Forse sarebbe meglio tagliare li’ per risparmiare?
Massimo Re Ferre’ (VMware)
Massimo,
Grazie per il commento, puntale e preciso come al solito.
Ammetto che quella dell’auto è stata una forzatura, ma non trovavo nulla di calzante. 🙂
In ogni caso ti do ragione sul costo puro delle licenze, anche se poi ci scontriamo con la realtà e anche il TCA ha la sua importanza (ogni volta).
Quello che non posso fare al momento è ribattere sul potenziale TCO (per via dell’integrazione con gli strati superiori) di una o dell’altra soluzione. Appena sarò pronto ad andare più a fondo sull’argomento ne riparleremo.