Penso che ormai lo sappiano anche i sassi: Lenovo si è comprata la divisione server x86 di IBM. Questo mette il canale in una situazione non proprio rosea (più psicologica che altro al momento) ma forse è anche un’opportunità per cambiare e diventare più competitivi della concorrenza.

Nel mirino

Intendiamoci, IBM ha venduto a Lenovo perché non guadagnava (vendeva poco). Questo significa che il rivenditore IBM non aveva in mano l’arma vincente ma, si sa, i server x86 sono tutti uguali e comunque un prodotto c’era… ora è tutto più difficile.

Ora, per essere chiari, non è che è tutto fatto. Passeranno dei mesi prima che Lenovo prenda in carico tutto quanto e che processi e organizzazione passino nelle mani dei Cinesi. Quindi c’è un periodo di “Limbo” (ma anche qui non so se è meglio o peggio!). Fra l’altro Lenovo ha già dimostrato con i PC di essere capace a fare bene (il marchio Thinkpad è ancora tutt’oggi molto affermato), non vedo per che non riuscirà a farlo anche con i server.
Poi non so se il rivenditore IBM potrà chiedere a Lenovo gli stessi margini a cui era abiurato (probabilmente no) ma questo è un altro problema.

In ogni caso, il rivenditore IBM sarà oggetto di tutto il FUD del mondo (chi non lo farebbe se fosse rivenditore della concorrenza 😉 ) è come sparare sulla croce rossa. Ho già sentito clienti e rivenditori che, in un modo o nell’altro, sentono un po di fiato sul collo.

Non tutto il male vien per nuocere

Il caso IBM non è male comunque. I rivenditori, quelli più furbi, hanno l’opportunità di guardarsi intorno e cercare alternative… e non parlo solo di marchi alternativi!

Prima di tutti i vendor primari: HP e Dell. Questi saranno sicuramente contenti di accogliervi fra le loro braccia… ci mancherebbe.
Hanno un’ottima linea di prodotti, ampia e con molte più soluzioni di quelle che aveva IBM (il networking ad esempio) e poi sono perfettamente credibili su ogni tipo di progetto e con ogni tipo di cliente.
Esistono però dei problemi. Senza menzionare le eventuali difficoltà finanziarie di iniziare con un nuovo fornitore (A meno che non sia lo stesso distributore si parte con i pagamenti anticipati, ecc.). Il primo vero problema è che il territorio è già presidiatissimo e che molti utenti finali sono già coperti dalla concorrenza in qualche modo (anzi, ora saranno più accaniti che mai).

cb500-originalSeconda opzione (per i VAR di fascia più alta) che vogliono rimanere sul tradizionale ma “alternativo” allo stesso tempo: HDS e CISCO. Entrambi hanno dei sistemi blade e server interessanti ed entrambi possono portare uno stack integrato completo (Es. HDS UCP). Sono sistemi più costosi della media ma hanno anche delle caratteristiche tecniche di eccellenza che su certi progetti, soprattutto su clienti più grandi, possono avere un peso notevole.

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I Server sono tutti uguali…

Questo è un dato di fatto e, quindi, perché non valorizzare questa caratteristica? Produttori alternativi potrebbero alla fine dare più margine al rivenditore, costare meno e valorizzare l’apporto del VAR (certo che poi bisogna avere persone capaci in azienda e convincere clienti riluttanti).

Brand secondari come Fujitsu e, perché no, Huawei (ora distribuiti anche da noi) potrebbero essere ideali… ma anche la più locale E4 potrebbe avere qualche cosa da dire. Certo, tutto da verificare e, soprattutto, queste sono opzioni valide quando costano meno dei leader di mercato.

Ma non proprio tutti

Poi ci sono le soluzioni più alternative, quelle più difficili ma forse anche più remunerative in assoluto e fortemente orientate agli ambienti virtualizzati. Mi riferisco a Simplivity o Nutanix per esempio ma, in questo caso anche una Scale computing (sicuramente più di fascia bassa) può essere una buona alternativa.
Certo, non sono sistemi facili da vendere, ci vuole una certa cultura e non si vende il solo server fine a se stesso… però, quando si parla di progetti di virtualizzazione, sono sicuramente molto interessanti.

E poi c’è l’IBM (non scherzo)

iStock_000017011628MediumSi, non scherzo. L’IBM ha mollato l’x86 ma ha abbracciato il cloud in modo molto serio. Io, purtroppo, non conosco l’IBM da dentro e quindi non so come intendono creare un effettivo canale per il cloud ma se fossi un loro VAR sarei interessatissimo a saperlo!
Perchè non iniziare a pensare più seriamente a spostare dei clienti sul cloud? In fondo tutti gli skill del VAR vengono mantenuti e, anche se in modo diverso, c’è spazio per fare fatturato e guadagni.

Non che il cloud dell’IBM sia l’unico, ci sono anche altre opzioni molto più locali e molto più personalizzabili, ma il concetto non cambia: il cloud può essere (finalmente) un’opportunità da esplorare seriamente.

Perché è importante

Il rivenditore IBM, proprio perché costretto a capire le conseguenze di quello che ha fatto il suo ex fornitore di server x86, deve per forza guardarsi intorno (Alleluia! aggiungerei). Visto che lo deve fare tanto vale che cerchi qualche cosa di “diverso”, magari, innovativo e cercare una risposta anche in dei servizi cloud non è così sbagliato.

Ovviamente, visto che lo fa il rivenditore IBM non vedo perché non le debbano fare anche tutti gli altri rivenditori… sbaglio?! 😉

PS: come al solito aggiungo che ai Juku unplugged parliamo sempre di soluzioni innovative e potrebbe essere un’idea anche venire a vedere uno di questi seminari… proprio per trovare idee nuove e diverse dalla media.