No, non è vero… il servizio DaaS di Amazon (WorkSpaces) è stato annunciato ma non è ancora disponibile. Comunque, mi sono segnato in lista d’attesa, e ci proverò appena possibile. Intanto un paio di considerazioni.
Svantaggi
Per quanto ne abbia scritto molto in passato, io sono tutto meno che un fan del VDI e tutta la questione del DaaS (Desktop as a Service) che si è sviluppata negli ultimi tempi non ha cambiato molto il mio modo di pensare: il VDI ha dei casi d’uso specifici che possono essere anche interessanti ma molto verticali, di nicchia.
Tutti i calcoli sul TCO, necessari per giustificare un progetto VDI, danno sempre l’idea che dietro ci sia un qualche imbroglio! Il problema è che se oggi compri un PC lo tieni 3 anni (adesso anche molto di più) mentre un progetto VDI fa leva proprio su un TCO a lungo termine (spesso 4 o 5 anni!). Se i risparmi non sono immediati l’utente fa fatica a giustificarlo e quindi rimane tutto li sulla carta e si continuano a comprare i PC (anzi i tablet!).
Il DaaS teoricamente dovrebbe trasformare il costo di infrastruttura in un canone temporaneo attraverso il modello Pay-as-you-go, non come un leasing che te le dove pagare tutto anche se il PC non lo usi più o te ne serve uno diverso. In ogni caso i dubbi rimangono e sono tanti, anche dal punto di vista pratico: dove stanno i dati, dove stanno i PC e dove stanno i monitor dei PC… in due parole, sicurezza e banda disponibile.
E vantaggi
Adesso viene fuori Amazon e sarà molto interessante vedere cosa succede. Le considerazioni che si possono fare, anche ribadendo quello che ho detto sopra, sono diverse e si aprono diversi scenari…
1) non vorrei essere nei panni di VMware: che all’ultimo VMworld, fra gli altri, ha annunciato un servizio DaaS di cui nessuno sa ancora nulla mentre Amazon li ha bruciati. E non iniziate a fare paragoni fra View e Amazon (visto che VMware si è comprata Desktone proprio per fare il DaaS)
2) Amazon valida un modello e apre una strada interessante… non quello del DaaS ma quello di usare delle licenze server per fornire servizi PC (o almeno questo è quello che ho capito). Questo piccolo stratagemma (che forse ad Amazon permette di evitare la Microsoft VDA?) era già adottato anche da altri, come ad esempio Verde di Virtual Bridges. Questo significa che il DaaS, grazie a soluzioni alternative alle classiche Citrix e VMware, potrebbe rientrare in una categoria di servizi rivendibili da ISP locali ad un prezzo accettabile.
3) Un PC per un’ora? si grazie! Il DaaS a questo punto ruba la scena la VDI quasi definitivamente. Pensa tutti quei call center, aule corsi, e cose del genere. Inizia il turno, accendo il PC, pago per quello che serve e quando me ne vado chiudo e smetto di pagare (magari il PC sparisce anche e ne verrà generato uno nuovo la prossima volta). Potenzialmente mi basta una chiavetta con porta HDMI che contiene un thin client (prodotta da Dell, costerà sui 100$ quando sarà disponibile), un monitor e una connessione ad internet.
4) Mobilità totale. In conseguenza di quanto ho detto nel punto precedente posso avere un PC “istantaneo” accessibile da ovunque, anche in questo caso basta una connessione ad internet! E il mio PC lo pago a consumo con la carta di credito.
Perchè è importante
Amazon ha dimostrato, ancora una volta, di essere un il punto di riferimento del mercato: VMware ha annunciato il DaaS, Amazon l’ha fatto (gli altri non hanno neanche reagito).
il DaaS non risolverà i problemi del mondo ma ha tutte le caratteristiche del cloud: se ho bisogno di 10 PC per una settimana, o ho una necessità temporanea, è una possibilità concreta di soluzione: certo potei anche provare a noleggiare dei PC come si è sempre fatto, ma sono sicuro che se i picchi sono più di uno nella mia vita… e alla fine il punto 3 è molto più economico.
Il DaaS quindi ridurrà ancora di più i casi d’uso del VDI classico.
Adesso che c’è un punto di riferimento concreto non vedo l’ora di vedere il DaaS di VMware, sarà sicuramente interessante!
A quando invece un provider locale di DaaS?
Non ho capito Enrico: continui a dire che Amazon ha fatto il DaaS mentre VMware l’ha solo annunciato mentre, proprio all’inizio dell’articolo, dici che non è ancora disponibile. Quindi la differenza con VMware dov’è? Che fa più figo dire che Amazon ha fatto innovazione? Per altro quale innovazione? Citrix ha annunciato una cosa del genere (DaaS su Azure usando WS2008) già da qualche mese. Anche Citrix l’ha annunciato, ma non è ancora disponibile… Quindi?
Giorgio,
hai ragione (ma solo in parte).
Il DaaS di Amazon è in beta e stanno rilasciando gli account, non penso che ci metteranno molto a darmi l’accesso (o almeno lo spero).
Per VMware, a parte quelle due slide che ho visto al VMworld, non c’è nulla da nessuna parte:
– non c’è documentazione (per Amazon c’è, quantomeno c’è un sito, i prezzi, indicazioni di funzionamento, configurazioni, casi d’suo e se non ricordo male anche un paio di casi di successo di clienti che hanno avuto il prodotto in anteprima…)
– non c’è nessuno che l’ha visto (per Amazon si trovano già articoli di gente che ha avuto accesso).
In ogni caso, se sei in grado di fornirmi più info sarò lieto di guardarle e pubblicarle!
Sulla parte Citrix/W2008 mi trovi addirittura impreparato, mi era sfuggito proprio (forse hanno dato poca rilevanza anche loro alla cosa un po come ha fatto VMware, non so).
In ogni caso, come ho detto, il DaaS non cambia assolutamente l’IT e chi fa VDI continuerà a farlo come prima. Forse un po di quelli migreranno al DaaS? forse il DaaS attirerà clienti per i quali il VDI non funziona? nulla di più.
Enrico, di solito i tuoi articoli sono molto precisi, dettagliati e poco attaccabili. Secondo me questo e’ uno (dei pochi) che non rientra in questa categoria.
A parte quanto gia’ fatto notare da Giorgio , il “PC all’ora” sarebbe una figata… peccato che, a quanto ho capito, AWS ha detto che e’ una sottoscrizione mensile. Per cui a meno che quelli del call center non lavorino un mese si’ e un mese no (si’ e’ una battuta se non si era capito), questo use case non mi sembra molto applicabile.
Ah poi me li vedo i 500 del call center con il loro 500 thin client che con una pipe di 1Mbit/sec lavorano sui 500 desktop remoti che stanno (se va bene) in Irlanda oppure (se va male) in Virginia. E magari usano pure un’applicazione client / server dove il server sta … etc etc etc va beh dai ci siamo capiti.
L’altra cosa che non ho capito come funziona (magari tu hai trovato l’informazione) e’ come fanno le aziende a gestire il life cycle di quei desktop. Detto che gia’ il concetto di desktop “persistente” ed “AWS” nella stessa frase mi sembra un ossimoro….. ma facciamo finta che funzioni alla grante (non vedo perche’ non debba)… una corporation con 30.000 desktop come li gestisce? Con SUS? Hai trovato documentazione a riguardo?
Inoltre usano Windows 2008 con skin Windows 7, per ovvi motivi di licensing. Ti dico io come va a finire? Dai lo sai anche tu…. ci saranno una piccola percentuale di applicazioni che non si installeranno nemmeno (perche’ fanno il controllo a setup-time se il SO e’ di tipo “client” e se non lo e’ ti buttano fuori dal setup). La restante stragrande maggioranza non sara’ supportata dai vendor perche’ “eh no… noi certifichiamo solo SO client, su Windows server funziona ma non e’ supportata”. Forse VMware puo’ usare una modalita’ particolare per cui essere possibile usare licenze client ma e’ presto per dirlo… non so quanta flessibilita’ MS lasci in questi frangenti. Perche’ tutti sanno che “hyper-v e’ gratis ma Windows costa ‘n botto”.
Forse c’era altro ma adesso devo andare a mettere a letto i bambini.
Ciao.
Massimo,
hai ragione l’entusiasmo ha probabilmente superato la razionalità.
Il PC fatturato all’ora è una mia personale aspettativa e non c’è scritto da nessuna parte (però sarebbe la vera figata di un servizio del genere!).
Per quanto riguarda tutto il resto siamo d’accordo ma non sono assolutamente convinto che i 30000 PC possano andare su Amazon (come ho detto quelli faranno il VDI come il giorno prima). Mi sembra molto più probabile che i 5 o i 10 PC possano finire su Amazon e, probabilmente, per qualche cosa di verticale/particolare (e magari per un tempo ristretto).
Secondo me poi la gestione del desktop lifecycle non esiste e probabilmente non serve per i casi d’uso che ho in mente, poi magari mi sbaglio anche qui… vedremo.
ciao,
E
E per conto mio, non era mia intenzione diminuire il valore degli annunci di Amazon (che sta facendo cose eccellenti, in generale). Ma in questo momento piu’ che mai serve, da parte dei commentatori agnostici (come te, non come me), il massimo di razionalita’ possibile.
Ciao. Massimo.
Mi pare che alcune assunzioni stiano cambiando rapidamente: il rinnovo dei PC ogni 3 anni è sempre più raro, nel mondo della PA si vedono situazioni con anzianità tra i 5 e i 10 anni, a volte con Win2000, e pochissime possibilità di investire. Soluzioni come il VDI o meglio ancora SBC (Server Based Computing) un po’ come sta proponendo Amazon consentono di mantenere in vita postazioni di lavoro che altrimenti sarebbero inutilizzabili…
Mi rendo conto che oggi sono situazioni limite ma ho anche l’impressione che a breve diverranno sempre più diffuse.
Saluti.
Secondo me quello del DaaS è un mercato che si sta delineando adesso, e non credo si vedranno subito aziende Enterprise passare a modelli del genere, come dice giustamente Enrico.
Personalmente credo che VMware uscirà con una soluzione rivolta al mondo Enterprise fin da subito, e magari questo farà la differenza con Amazon.
Sarà interessante vedere la mossa che farà Microsoft magari integrando una proposta DaaS con Office 365(Office 365 e VDI/RDS non vanno molto d’accordo al momento); Microsoft in questo genere di battaglie è molto forte, partendo dalle aziende più piccole che potrebbero vedere più appetibili proposte del genere, potrebbe cambiare il mercato(magari facendo proprio offerte di questo tipo rivolte al consumer).
Ciao.
Microsoft è in una posizione molto delicata comunque perchè vendere un suo DaaS andrebbe in concorrenza con i produttori di PC che gli comprano Windows OEM! 😉
Si infatti!
l’era post pc inizierebbe a diventare realtà.
l’altra strada potrebbe essere rivedere il licensing dei Windows client e anche di office365 lasciando più spazio a partner, mmmhh… Forse é iniziata adesso la guerra del desktop 🙂
Quanta poca informazione in questo articolo e in diversi commenti. Il mondo reale è ben altra cosa!
Intanto il servizio Daas è disponibile in Europa e in Italia da tempo, (non cito le aziende per non essere tacciato di pubblicità occulta) è un servizio a lungo termine e a nessuno potrebbe venire in mente di acquistarlo “a ore”. Deve essere pianificato e finalizzato a scopi ben precisi, deve seguire un progetto che tenga conto oltre che dell’utilizzo, anche della banda disponibile e della necessità del “proprio” desk in mobilità. Un buon DaaS funziona, per un singolo desk, anche solo tramite una connessione 3G/HSDPA, per disporre del “proprio” desk ovunque, magari utilizzando come terminale un iPad o un tablet Android, anzichè portarsi appresso qualche Kg di notebook. Spesso il servizio è fornito in accoppiamento ad housing/hosting dei server per liberare completamente l’utente finale dell’incombenza dell’infrastruttura informatica a fronte del pagamento di un canone periodico onnicomprensivo. Gli annunci roboanti delle major, con nulla di pratico da utilizzare, hanno più il tono del “vedere di nascosto l’effetto che fa” piuttosto che avere una chiara idea del come e a chi proporre il servizio. Il prezzo annunciato da Amazon, 420$ l’anno per la versione più economica è totalmente fuori mercato. Significa che per un PC in VDI dovrei spendere 2.100$ in 5 anni, proviamo a moltiplicare anche solo per 10 o per 50. Rimane assolutamente più conveniente attrezzare un proprio sistema VDI in un Data Center fidato di cui conosco la localizzazione e so dove si trovano i miei dati. Il problema della privacy non è uno scherzo.
Mario,
Io facevo riferimento a discorsi teorici e mi sembra che nei commenti precedenti avevamo già discusso i diversi punti di vista. Fra l’altro erano anche specificate alcune cose che a me sarebbero piaciute come, appunto, comprare il servizio per un tempo limitato e per usi specifici (aula corsi o postazioni temporanee).
Poi che il daas “esiste da tempo” ho diversi dubbi (non tanto perché qualcuno non abbia venduto un servizio in outsourcing in passato e lo abbia spacciato per daas) ma perché i costi sono probavilmente proibitivi ed è proprio per quello che è necessario fare contratti per tempi lunghi (soprattutto se il provider è piccolo). Se a questo aggiungiamo il contratto di housing mi sembra chiaro che siamo fuori dal concetto di Cloud.
Comunque, mandami pure una mail con i dati del servizio e le offerte DaaS di cui parli che ci do un occhio e cerco di capire meglio il tuo punto di vista.
Grazie.
E
Enrico,
permettimi qualche breve nota sulle tue conclusioni relative al VDI…
Conosco aziende (molte) che lo hanno adottato anche su larga scala (oltre 1,000 utenti) e sono oggi molto soddisfatte dei risultati… Cerco di elencare i vantaggi (così come mi vengono in mente, scrivo di getto):
– separazione dell’hardware dal sistema operativo. Questo significa che se oggi stai usando Windows XP su un PC e vuoi passare a 7 o 8, devi necessariamente sostituire l’hardware per obsolescenza, e questo varrà sempre in futuro. COn il VDI ha completamente risolto questo problema in quanto l’hardware (CPU, RAM, etc) lo assegni dalla console VDI e quindi puoi aggiornare da un sistema operativo al successivo in 15 minuti, senza acquistare nuovo hardware.
– gestione dell’IT. Oggi, in un’azienda con PC fisici, ogni macchina è soggetta a guasti hardware o software (blue screen, applicazioni che si bloccano, hard disk guasti, etc..). Ogni volta, ciò richiede – nella migliore delle ipotesi – un intervento puntuale dell’helpdesk con una persona che fisicamente deve raggiunere la workstation e prendere qualche iniziativa. (Sostituzione PC, aggiornamento software, etc). Ciò non avviene in ambiente VDI: il sistema operativo “Gold” è aggiornato e mantenuto efficiente dall’amministratore di sistema, i terminale possono essere thinclient senza parti in movimento e, nella rarissima ipotesi che l’utente possa trovarsi in una situazione di blocco del software, l’utente interrompe la sua sessione virtuale e la riavvia immediatamente. La separazione del sistema operativo dal profilo utente, inoltre, garantisce l’impossibilità da parte dell’utente VDI di creare situazioni di stallo dell’OS o di “blue screen”.
– è un errore piuttosto ingenuo valutare i vantaggi del VDI solo sulla base economica. Anzi, forse il VDI non è immediatamente economicamente vantaggioso ma le modalità d’uso completamente differenti del sistema introducono enormi vantaggi non facilmente quantificabili in $$$. Ad esempio, come valorizzi i due punti precedenti in un TCO?
– sicureza dei dati. Nessun dato è più presente nei client da cui vengono avviate le sessioni virtuali, siano essi thinclient, PC o laptop. I dati sono tutti centralizzati, al sicuro, nel datacenter e sul network viaggiano solo i protocolli cifrati di visualizzazione. Se un utente perde il laptop (o gli viene sottratto), l’azienda non ha perso nulla (e nemmeno l’utente). In pochi minuti il laptop viene sostituito e l’utente può continuare il lavoro interrotto, sulla stessa sessione sulla quale stava lavorando.
– una delle aziende che citavo all’inizio ha effettuato una migrazione di tutti gli utenti da XP a 7 nell’arco di 3 giorni. Non essendo la necessità di agire a livello utente finale, l’amministratore IT ha preparato la nuova Gold Image di Windows 7 e l’ha assegnata agli utenti in sostituzione di quella precedente XP.
Ci sarebbe molto altri vantaggi operativi all’uso del VDI, ma ho visto che sto andando un po’ per le lunghe. Credo comunque di aver dato la mia idea e il mio contributo.
Buon lavoro!
Fabio Marzocca
Fabio,
tutto questionabile.
non metto in dubbio che ci siano utenti che abbiano trovato vantaggi dal VDI ma questo non significa che sia valido per tutti.
Quello che hai fatto sembra lo speech marketing di una vmware o di una citrix.
ad esempio aggiornare un PC “dalla console del VDI”. Primo il problema è la gestione del contenuto del PC e non del SO. Per molti utenti il TCO rimane elevato perchè devono continuare a gestire il contenuto del PC per diversi motivi. E poi l’hardware lo puoi comprare dove vuoi… ma da qualche parte lo devi comprare (sia un nuovo PC o un nuovo server).
HW, storage soprattutto, di classe enterprise per dare performance decenti è molto costoso, dall’altra parte oggi ti confronti con PC/laptop che hanno SSD e gli utenti vogliono la stessa esperienza d’uso.
Sono 100% d’accordo che i PC si rompono, ma molti ornai sono tablet o laptop. quindi sono hardware per i quali puoi avere un client VDI ma non un thinclient (in molte aziende il numero di poratili ha superato il numero dei desktop).
Il TCO, argomento a me molto caro, spesso si misura in 4/5 anni. questo mette in crisi la maggior parte dei progetti e spesso si fa finta che problemi come le licenze MS siano secondari… in realtà il TCO del VDI è troppo complesso da calcolare e quindi diventa un altro problema giustificare il progetto.
il problema della sicurezza è solo parzialmente risolto. PC e tablet anche in questo caso, ma accesso remoto e altri fattori mettono in crisi il tuo ragionamento. la doppia autenticazione, ad esempio, non la implementa praticamente nessuno.
Un’azienda che conosco, lo ha fatto in tempi fisici sui PC fisici con un tool di provisioning e management che costa una frazione di un progetto VDI.
la discussione potrebbe continuare per giorni. il VDI non ha mai preso, rispetto alla virtualizzazione dei server, perchè i costi di infrastruttura sono alti e il TCO rimane comunque elevato. quando gli utenti non vedono vantaggi chiari e immediati è difficile giustificare certi progetti. ciò non toglie che per alcuni il VDI funziona bene ed è interessante sotto tutti i punti di vista.
ciao,
E
Ciao Enrico,
certo, come tu dici, tutto è questionabile. Infatti non concordo con le tue tesi, ma questo è il bello di avere una discussione!
Non capisco cosa intendi per “gestire il contenuto del PC”. Per me significa “gestire il SO”. Forse intendi le applicazioni? Ebbene, l’amministratore di sistema configura le applicazioni specifiche nel sistema operativo, oppure assegna a specifici gruppi AD di utenti un’applicaizone virtuale associata alla Gold Image. Il VDI è estremamente flessibile per questo e la separazione tra sistema e profilo utente offre dei grandi vantaggi.
Comunque, vedo che hai qualche pregiudizio sul VDI, non molto supportato da argomentazioni tecniche, quindi lasciamo stare altrimenti sarebbe un thread infinito.
Per fortuna, nonostante quanto affermi (“il VDI non ha mai preso”), il mercato sta rispondendo molto bene al VDI. E non parlo solo di Italia, ma di tutto il mondo.
Ciao
Fabio
Fabio,
il fatto che per molte applicazione antiquate non sia possibile utilizzare dischi diversi da c: è un fatto.
i PC in quel caso sono solo persistenti e non puoi fare quello che ti pare con le gold i mage o altro.
Ad esempio, ho clienti con 3 versioni diverse di Java nella stessa macchina per applicazioni diverse che negli anni sono morte (ma ancora in uso), queste hanno tutti sistemi di configurazione diversi e fanno capo a DB di utenti diversi (e magari si potesse fare con AD).
In molti casi esistono stack applicativi complessi tali per cui un software di provisioning è una soluzione molto più economica e più facile da gestire.
Ogni cliente ha i suoi diversi problemi, in alcuni casi il VDI è una soluzione, in molti no. altrimenti lo farebbero tutti… invece i PC continuano a comprarli in molti (la maggioranza). Come ti dicevo poi il mercato sta cambiando e tablet e notebook sono i preferiti nella maggior parte delle aziende ora (basta che guardi i dati di vendita)
Non voglio tirare neanche fuori il fatto che molte installazioni Citrix ad esempio non sono neanche VDI ma Terminal… ma a tutti piace dire VDI perchè fa comodo per il marketing.
il fatto che tu stia facendo qualche progetto VDI di successo e, nel 2014, mi dici “ha preso” quando la mia azienda iniziò a fare terminalizzazione (e poi il VDI) con le SunRay (1999 per poi, nel 2006/7 continuare con i prodotti VMware), mi spiace ma è un po che ci giro intorno e non lo riesco a considerare un mercato di successo. Nessuno mette in dubbio che sia maturo ma i vantaggi sono limitati rispetto ai costi se non in casi specifici (e in alcuni casi anche di carattere politico o sindacale)…
E
Ciao Enrico,
le applicazioni “antiquate” non devono rappresentare per le aziende le catene che li legano ad un grigio passato. Nell’80% di questi casi che ho dovuto affontare, li ho risolti con “hard-link” installati nella Gold Image, che redirigeva verso il disco persistente. Negli altri casi, l’azienda ha preferito approfittare per finalmente riconvertire il software antiquato (o per aggiornare le pericolose vecchie versioni di Java, piene di falle di sicurezza).
Sono d’accordo con te: il VDI non è una soluzione per tutti e non può essere diversamente. Però il fatto che il mercato stia cambiando verso i tablet e i notebook non è un motivo: io eseguo personalmente la mia sessione virtuale in un tablet (Android o iOS) e nel mio MacBook: non c’è assolutamente nessun problema per questo.
Non ho detto di aver fatto “qualche progetto nel 2014”, ma di aver partecipato alla realizzazione di “molti progetti negli ultimi quattro anni”. Forse la tua azienda aveva scelto il prodotto sbagliato (il progetto Oracle SunRay è fallito miseramente perchè puntava su hardware specifico e non compatibile)..
In ogni caso, non vorrei monopolizzare il tuo ottimo blog quindi non andiamo avanti con questa discussione che rischia di diventare un colloquio a 2. Se occorre, possiamo proseguire in privato, mi trovi in rete!
Ciao e buon lavoro
Fabio
“le applicazioni “antiquate” non devono rappresentare per le aziende le catene che li legano ad un grigio passato.”
dai, per cortesia.
…e se uno fail salto di qualità lo fa sul web, per cui il VDI è inutile di nuovo.
Le banche e le aziende in cui ho installato le SunRay nei primi anni 2000 ancora le usano (e sono infuriati con Oracle)… ma ormai è passato.
per il resto sono d’accordo, siamo su due punti di vista diversi e non riuscirai a farmi cambiare idea anche con il prodotto alternativo che proponi tu.
E